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Un estratto de "L'innocenza dei musulmani", il film incriminato.
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Posso dire “cristianesimo cancro del mondo” e non succede niente”. “Giudaismo cancro del mondo” e succede ancora meno. “Scientology cancro del mondo” e non si sente volare una mosca. Ma riferita all’islam questa frase, contenuta in un oscuro film prodotto in America dal titolo L’innocenza dei musulmani basta perché i bigotti in barba e sottana si scatenino nel mondo intero e nella bella città libica di Bengasi massacrino il personale dell’ambasciata americana compreso il povero ambasciatore, colpevoli soltanto di avere la nazionalità del paese che ha prodotto il film. Le folle isteriche che invadono gli schermi delle TV di tutto il mondo minacciando morte e sfracelli non hanno visto il film. Si scatenano « per sentito dire » contro quello che in fin dei conti è un delitto di opinione. Se penso che l’islam è un cancro, perché non posso dirlo? Per quanto mi riguarda, riconosco agli islamici il diritto di dire tutto il male che vogliono del cristianesimo, del giudaismo, del comunismo o di qualsiasi altra ideologia.
Sembra l’affare delle caricature di Maometto. Posso dire che Einstein era un deficiente, che Beethoven non capiva niente di musica, che Obama dovrebbe raccogliere il cotone in Alabama e che i Sonetti di Shakespeare sono una boiata pazzesca, ma sull’islam non posso esercitare la critica e l’ironia. Per qualche ragione, gli islamici pensano che la loro religione non debba essere criticata e che i critici vadano puniti con la morte. E’ una specie di ricatto che fanno al mondo intero. Come dicevo nel mio post Perché la morale puo’ essere soltanto laica, i monoteismi generano violenza e la realtà lo conferma.
Perché gli islamici odiano l’occidente? Perché si sentono umiliati dal fatto che, mentre la loro civiltà è ferma al medioevo, i peccatori sono diventati padroni del mondo. Qualcuno sostiene che è una questione economica, ma non è vero. Gli islamici non provano la rabbia del povero privato del necessario ma quella di un popolo eletto soggiogato dai barbari. La madre dell’odio è quella fede che insanguina il mondo anche all’interno dell’islam (sunniti e sciiti si ammazzano a 100 per volta), che impedisce la soluzione della questione palestinese, che complica l’integrazione degli immigrati in paesi non islamici, che mette il mondo islamico in rotta di collisione con l’occidente. Non dimentichiamo che l’islam è imperialista per natura, non potendo concepire altra forma di governo che la sharia, la legge islamica. La prima ondata ha colonizzato l’Europa meridionale e si è fermata a Poitiers, la seconda ha colonizzato l’Europa orientale e si è fermata a Vienna, la terza è in corso e funziona ancora meglio delle prime due, visto che si è lasciata Vienna e Poitiers alle spalle, e che in varie città d’Europa funzionano i tribunali della sharia con la benevola approvazione delle autorità locali.
Come nell’affare delle caricature di Maometto, i difensori della religione sono scesi in campo dichiarando «rispetto» e «comprensione» per il profondo «insulto» e per la « ferita » di cui avrebbero sofferto i musulmani. Ma quale «ferita» ? C’è stata violenza, qualcuno ha sofferto? No, hanno solo sentito parlare di un oscuro film che non hanno visto. Il papa dei cristiani ha denunciato la « provocazione », guardandosi bene da denunciare la strage degli innocenti. Non c’è da meravigliarsi, visto che come gli islamici teme soprattutto la laicità con il suo fuoco di critiche imparabili. Riporto dall’editoriale di Le Temps, quotidiano di Tunisi: La frustrazione e la rabbia dei musulmani nel mondo sono un sentimento naturale, le manifestazioni di protesta e d’indignazione nella piazza nel mondo arabo-musulmano sono una reazione spontanea e previsibile da parte di gente ferita in quello che ha di più sacro e offesa da questa vile provocazione. Ma scusate, come fanno a sentirsi « feriti » se non hanno visto il film? Questo è puro delirio.
In ogni caso Maometto s’insulta da solo. Il Corano, gli hadith e la storia c’insegnano che è ladro, assassino, pedofilo, razzista, maniaco sessuale e analfabeta. Se i musulmani lo hanno scelto come leader, devono assumersi le loro responsabilità. Se non volevano critiche, dovevano scegliere un tipo perbene come Budda.
In tutto il mondo si pretende per la religione un rispetto non meritato, e a questo principio aderiscono purtroppo anche molti atei: le convinzioni religiose, particolarmente vulnerabili perché spesso fondate sul nulla, devono essere protette da un muro di rispetto diverso da quello che gli esseri umani si devono a vicenda. Cosi’ si vorrebbe censurare la critica. In un paese civile il diritto di criticare è sacro e inviolabile, anche quando si manifesta attraverso la satira. La libertà di pensiero e di critica non dev’essere limitata o soppressa. Non dobbiamo piegarci alle minacce dei teisti.
Dragor