- Di Sara Hima
Premessa :
Islamabad domenica 26 agosto una ragazzina di 11 anni disabile mentale (che brutta parola per non dire down) probabilmente in un momento di crisi, ha bruciato dieci pagine di un libro islamico, il Noorani Qaida, usato per imparare le basi dell’arabo e del Corano, per poi scagliarlo nell’immondizia dopo averlo avvolto in un sacchetto di plastica.
Già così la notizia di per sé non è molto chiara, resta il fatto che viene denunciata da un sedicente musulmano, lo definsco tale, perché se veramente lo fosse stato non avrebbe detto nulla e, così dice la notizia, viene arrestata.
I fatti INVECE si sono svolti in modo diverso:
La piccola viene prese in consegna dalla polizia, per evitare che la gente, evidentemente aizzata ad arte, potesse farle del male. Ora, la piccola è protetta ed in attesa che la situazione si calmi.
Queste le affermazioni di Paul Bhatti, uomo politico cattolico, che non ha apprezzato l’ atteggiamento di religiosi e ONG che fomentano l’ odio religioso anziché placarlo.
“Paul Bhatti ricorda che la bambina «è affetta da sindrome di down» e «non ha fatto nulla di proposito». Per questo le sue azioni vanno inquadrare in base all’età e alle condizioni di salute. Egli assicura che «la situazione è sotto controllo» e «presto vi saranno sviluppi positivi».
Nel contempo, Bhatti lancia pesanti accuse contro gli attivisti per i diritti umani e le organizzazioni non governative che hanno voluto speculare sulla vicenda, raccontando «ciascuno la propria versione» e «manipolando le sofferenze dei cristiani». Egli parla di un comportamento «immaturo» di persone che giocano con la vita di oltre 600 famiglie cristiane.
«Essi non hanno alcun interesse alla vita umana», commenta il consigliere speciale per l’Armonia nazionale, che invita a un uso «responsabile» di internet e dei social network. «Basta postare – conclude seccato – notizie non confermate e usare la vita di innocenti per tornaconto personale».
Il monito di Paul Bhatti è condiviso e rilanciato anche da mons. Rufin Anthony, vescovo di Islamabad-Rawalpindi.
Egli condanna il comportamento degli attivisti per i diritti umani, che bolla come «immaturo» per aver postato in rete «versioni personali» e distorte del fatto di cronaca. Il vescovo plaude al ruolo di Paul Bhatti, che «sta compiendo ogni sforzo per mantenere lontani media e internauti» che finirebbero per distorcere gli eventi. Egli ricorda che «è a rischio non solo la vita di Rimsha e dei suoi parenti, ma anche quella di oltre 600 famiglie cristiane» della zona. « Molti fruitori di social network – conclude il prelato – non capiscono che i loro commenti hanno un impatto che neanche immaginano».
Islam ci insegna : nel Corano è scritto che chi non è in grado di intendere e volere, o ha forti disabilità mentali, non è responsabile delle sue azioni, per quanto possano essere orrende. E per questo non è perseguibile di qualsiasi pena.
Purtroppo dietro a questi episodi di ignoranza ed emarginazione, ci sono personaggi che definire loschi è un eufemismo. Personaggi che traggono profitti dalle lotte intestine che si sviluppano successivamente. Da faide tra famiglie che diventano interminabili.
A che pro si domandano le persone di buon senso?
Forse mettere in cattiva luce i musulmani ?
L’ uomo è un essere umano e per questo è fallibile.
Può commettere errori, fare cose tremende, ma alla fine resta sempre un essere umano e la sua fede è marginale, se non estranea, al suo comportamento.
Mettere in risalto che l’ Islam è la fede della violenza? Completamente errato, semmai ci sono uomini che non conoscono i veri valori della fede che pensano di professare.
Se l’ Islam fosse la fede della violenza, non si avrebbero conversioni continue, con picchi altissimi, dopo fatti tragici ed eclatanti.
Se l’ Islam fosse la fede della violenza non ci sarebbero quasi due miliardi di musulmani sparsi nel mondo.
Cosa allora fa paura al mondo di questa fede?
Forse la sua forza incontrovertibile.
L’ Islam è in realtà una fede di saggezza, semplicità, calma interiore, controllo delle passioni, controllo della lingua, controllo del proprio ego, generosità verso chi non ha avuto la stessa felice sorte di altri, riguardo verso i propri familiari, i propri vicini, verso chi incontri.
Amore di Dio verso l’uomo e dell’uomo verso i suoi simili.
Se l’ Islam fosse realmente applicato come ci hanno insegnato i nostri antenati retti guidati dall’esempio dell’uomo eccelso devoto ed eticamente perfetto il Profeta Mohammed*, non ci sarebbe un mondo così corrotto, dentro e fuori se stesso!
Ci auguriamo anche che le persone di buona volontà non si prestino a stigmatizzare episodi sporadici per enfatizzare assurdo odio e ignoranza.
Un saluto di pace.