Non lo si direbbe, ma è appena un esordio letterario questo Isole, romanzo della palermitana Teresa Gammauta edito da Milena. La vicenda, che si svolge nel giro di pochi giorni, si apre con la quarantacinquenne Paola in fuga dalla sua vita. Moglie di Guido, medico di successo, e madre di due figli, studenti all’estero, Paola decide un bel giorno, di punto in bianco e senza motivo apparente, di fuggire su un’isola.
A cominciare dall’incipit, appare subito chiaro che Isole rappresenta un “romanzo d’analisi”, come si diceva un tempo, ovvero una narrazione dal taglio marcatamente introspettivo e psicologico. Ma qui l’autrice è abile a non cadere nel baratro del monologo e dell’autoanalisi, giacché, nel corso dei sedici capitoli che lo compongono, Isole diventa un romanzo d’azione: Paola, infatti, recatasi sull’isola delle vacanze d’infanzia per stare sola e far chiarezza dentro di sé, s’imbatterà nell’affascinante Andrea, giornalista e scrittore dall’elevato tasso di sex appeal. E così, se il proposito della donna era quello di «ritrovarsi, per recuperare tutte le parti di sé che aveva perduto in un’esistenza passata a compiacere gli altri», l’incontro con Andrea porterà a un intricato caleidoscopio d’emozioni col quale non sarà facile fare i conti.
Il lavoro di Teresa Gammauta mi è piaciuto per diversi motivi; e non poteva essere altrimenti, dato che fra i romanzi preferiti di chi vi scrive vi sono La resa dei conti di Saul Bellow, Bruciante segreto di Stefan Zweig e Doppio sogno di Arthur Schnitzler (novelle che, seppur in modo appena tangenziale, hanno certamente dei punti di contatto con questa interessante novità editoriale). Lo stile dell’autrice, pulito e fluente, ha un retrogusto “classico”, mentre le descrizioni, mai pesanti, pennellano con pochi eleganti tratti gli ambienti e i personaggi di contorno. Come nel caso di Santina, l’anziana fittacamare, che ricorda qualcosa della signora Frola e della signora Ponza di pirandelliana memoria (e scusate se è poco).
E veniamo alle tematiche. Paola è sempre stata una “donna specchio”, che ha vissuto di luce riflessa attraverso le gioie e i successi dei figli e del marito, al quale ha organizzato per vent’anni l’agenda, i ricevimenti e gli appuntamenti mondani. E nella sua presa di coscienza – o, se lo si preferisce, nella emancipazione – è facilmente rintracciabile l’eredità di Nora di Casa di bambola. Ma, ciò detto, si badi bene: Ibsen non era affatto interessato ai drammi sociali, come si è invece erroneamente inteso per molto tempo, ma a cogliere i suoi personaggi nel momento in cui debbono operare una scelta decisiva per la propria vita. Ed è in ciò che il paragone col romanzo di Gammauta diventa lecito, perché siamo qui dinanzi a un’opera sulla scelta. Una scelta kierkegaardiana, se vogliamo, allorquando la scelta tra Guido e Andrea si configura nella scelta tra stadio etico e stadio estetico.
Nel complesso, Isole è una riuscita commistione di dran e páthos, ovvero di quegli elementi di “azione” e “passione” che calibravano i classici greci. L’opera non è tuttavia scevra da qualche difetto, in quanto molti significati del romanzo avrebbero meritato di essere solo indotti nel lettore, e non sempre dichiarati (e qui, in quest’ansia di risultare comprensibile al lettore, Gammauta manifesta forse un tratto comune a molti esordienti).
Una nota conclusiva: il volume è molto ben curato graficamente e tipograficamente. E inoltre, come ad ogni titolo di Milena Edizioni, anche ad Isole è abbinato un fantasioso segnalibro. Infine, questo romanzo è impreziosito dalle illustrazioni di Pippo Madé, che nel corso della lettura diventano uno storyboard piacevole da sfogliare.
Andrea Corona
Teresa Gammauta, Isole, Milena Edizioni, Collana di narrativa contemporanea, Napoli 2013, 144 pp., 10 euro