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Ispirazione n. 6: inganni con se stessi

Creato il 21 settembre 2011 da Sulromanzo

La morte di Ivan Il’ič di Lev. N. TolstojIl dolore non diminuiva, ma Ivan Il’ič si costringeva a pensare di stare meglio. E riusciva a ingannarsi, finché niente veniva a turbarlo. Ma appena si verificava un’incomprensione con la moglie, un insuccesso sul lavoro o le carte al «vint» risultavano sfavorevoli, egli avvertiva immediatamente tutta la forza della malattia. Un tempo sopportava questi rovesci in attesa di tempi migliori, sicuro di rimontare al più presto, ora ogni insuccesso lo fiaccava, lo gettava nella disperazione. Diceva a se stesso ch’era già sulla via della guarigione, che la medicina cominciava a fare effetto, ma poi era sopraggiunta quella nuova calamità che aveva vanificato tutto. Si irritava contro la sorte o contro coloro che gli avevano causato dispiacere annientandolo. Sentiva che quel sentimento di stizza lo uccideva, ma non poteva farci niente. Avrebbe dovuto capire che quella sua irritazione contro le circostanze e le persone aggravava la malattia e che sarebbe stato più ragionevole ignorare gli avvenimenti spiacevoli; faceva invece l’esatto contrario. Sosteneva di aver bisogno di pace, mentre seguiva puntualmente tutto ciò che poteva guastare questa pace, irritandosi al minimo inconveniente. Peggiorava inoltre la propria situazione leggendo libri di medicina e consultando vari medici. Il peggioramento era costante, ma egli riusciva a ingannarsi confrontando solo un giorno con l’altro; la differenza era minima.

La morte di Ivan Il’ič di Lev N. Tolstoj

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