Quasi 10 anni fa, approdavo alla danza del ventre. O mediorientale, come dicevano le mie maestre di allora, sottolineando il loro snobistico distacco da "quella cosa commerciale".
Più di 5 anni fa, ho conosciuto la mia attuale maestra, che ha spaziato dal tribal classico ATS al tribal fusion, fino a trovare la propria via di espressione del tribal emozionale da lei ideato.
Più modestamente, anch'io ho fatto un percorso simile, staccandomi dall'idea di danza virtuosistica e approdando all'idea di una danza-benessere, una danza espressiva che non poteva prescindere dalla tecnica ma che doveva essere accessibile a tutti.
Ovvio che una danza del genere doveva inseguire l'improvvisazione, l'espressione corporea e l'interpretazione personale. L'anno scorso, con il mio piccolo gruppo di Bereguardo, sono riuscita nell'esperimento di portare le mie allieve a questo livello.
Quest'anno ho alzato la posta.
Ho pensato a un ciclo organico in cui inserire le suggestioni, ho pensato alle profonde connessioni di questa danza con la terra e con il sacro. Ho pensato che nel ciclo delle stagioni c'erano tutti gli elementi fondamentali delle nostre emozioni e del nostro immaginario.
Ho parlato con persone che erano ugualmente interessate alla danza e alla sua sacralità, ho cercato la loro collaborazione.
In breve, è nato un corso mensile di una danza che abbiamo battezzato Inspirational Bellydance e che quest'anno esplorerà i ritmi delle stagioni.
È un esperimento, per noi in primis. Ma, se volete partecipare, si comincia sabato 22.