Si è spento oggi, all’età di 85 anni, l’ex premier e generale israeliano Ariel Sharon.
La sua lunga carriera militare e poi politica, la quale è stata spesso criticata e che lo ha visto in contrapposizione con il suo storico nemico, Yasser Arafat, anche lui morto nel novembre 2004, si era bruscamente interrotta nel gennaio 2006, quando un’emorragia cerebrale lo costrinse alle dimissioni dalla carica di primo ministro dello stato ebraico e lo portò ad un coma durato otto anni; in tutto questo lungo periodo è rimasto immobilizzato nel suo letto di ospedale, nella clinica di Tel Ha-Shomer, situata a pochi chilometri dalla capitale Tel-Aviv.
Negli ultimi giorni le sue condizioni di salute si erano notevolmente aggravate e le notizie che trapelavano riferivano di un graduale ed inesorabile indebolimento fisico dell’ex leader; i medici infatti, primo tra tutti il professor Zeev Rothstein, direttore del centro medico che aveva in cura Sharon, si sono già da subito dimostrati pessimisti, vista anche l’età avanzata del paziente.
Le reazioni del mondo politico israeliano non si sono fatte attendere; prima tra tutte è arrivata la dichiarazione del presidente Shimon Peres: “Il mio caro amico Arik Sharon ha perso oggi la sua ultima battaglia. Arik era un soldato valoroso e un leader che sapeva osare. Amava la sua nazione e la sua nazione lo amava”; positivo anche il ricordo che ha di lui Isaac Herzog, presidente del Partito Laburista, formazione all’opposizione, il quale lo ha definito “un grande e coraggioso leader e un vero sionista che ha saputo riconoscere il giusto percorso dello Stato di Israele”.
Di tutt’altro tipo le reazioni dei movimenti come Hamas e Fatah che hanno parlato della sua morte come “un momento storico” accusandolo poi di essere “un criminale con le mani sporche di sangue palestinese sfuggito alla giustizia”, responsabile inoltre dell’uccisione di Arafat, presidente dell’Anp dal 1996 al 2004.
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Israele. Morto Ariel Sharon: Peres, ‘leader che sapeva osare’; Fatah, ‘mani sporche di sangue’
Creato il 11 gennaio 2014 da Giacomo Dolzani @giacomodolzaniPotrebbero interessarti anche :
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