Ieri ho inserito nella lista dei 10 luoghi (assolutamente) da non vedere, anche l'ippodromo e il museo dei mosaici: il primo semplicemente perché non esiste più, visto che è stato depredato e smontato per riutilizzarne i materiali nel corso dei secoli (rimangono due obelischi e una colonna in bronzo che ornavano la spina al centro della pista); il secondo perché i mosaici esposti sono di non eccelso valore artistico. Qualcuno ha mosso critiche, anche sensate: "Le 'pietre' dell'ippodromo sono mute solo perchè non le lasciamo parlare."" Il problema di fondo è che della città romana - distrutta o sepolta sotto gli edifici moderni - di visibile c'è ben poco: le chiese trasformate in moschee, senza perdere le proprie caratteristiche architettoniche; le mura di Teodosio, visitate da pochissime persone anche se sono il luogo più straordinario di Istanbul. Ma c'è chi ha fatto in modo che le pietre parlino sul serio: gli ideatori del progetto Byzantium 1200, che ha portato alla ricostruzione digitale di Nea Roma - Costantinopoli così com'era.
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