10/11/2014
La crisi non è alle spalle e la realtà è che piuttosto che andare avanti, come ama spesso proclamare il nostro premier, si continua a retrocedere: l'ennesima doccia fredda ai trionfalismi politici del governo arriva questa mattina dai dati Istat relativi alla produzione industriale registrata in Settembre 2014: produzione in calo dello 0,9% rispetto al mese precedente ed ancora in maggiore calo, dell'1,1%.
Se si considera il trimestre luglio-settembre, rapportandolo al trimestre precedente, nel raffronto annuale poi, ovvero rispetto a settembre 2013 la riduzione produttiva nel comparto industriale raggiunge il 2,9% in meno.
Le produzioni più penalizzate, vale a dire con il maggiore calo produttivo sono quelle delle apparecchiature elettriche ed apparecchi di uso domestico, seguono prodotti farmaceutici, industria del legno, carta e stampa, mentre gli unici settori in crescita sono quelli che si occupano di apparecchiature informatiche, elettroniche, ottiche, prodotti chimici, orologi ed altre produzioni manifatturiere.
Il mondo del lavoro è sceso già più volte in piazza nei giorni scorsi e minaccia lo sciopero generale: i conflitti sociali sono più che mai acuiti, ma malgrado tutti i sacrifici imposti ai cittadini e la revisione al ribasso dei diritti dei lavoratori, i dati economici del paese persistono critici.
Forse negare i diritti dei lavoratori non è condizione né necessaria, né sufficiente per avviare la ripresa economica.