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IT’S ONLY ROCK’N’ROLL, BABY! the tweedy’s videostory

Creato il 20 dicembre 2013 da Molipier @pier78

Scritto da: tweedy 20 dicembre 2013 in Rubriche, The tweedy's videostory Inserisci un commento

Buon venerdì 20 Dicembre, miei affezionati!

Quest’oggi ho in serbo per voi una buona scorpacciata di rock targato San Diego in pieni anni ’90, ovvero dell’ottimo grunge.

Andiamo a scoprire di chi sto parlando.

VideoClip: Interstate Love Song

Album: Purple

Artist: Stone Temple Pilots

Country: San Diego, California

Year: 1994

Quando si parla di grunge, sono pochi i gruppi che affiorano alla memoria, e sicuramente tra questi fanno parte loro, gli Stone Temple Pilots.

Galeotto fu un concerto dei Black Flag, dove si conobbero un certo Scott Weiland, cantante dannato dai bei occhi chiari e una voce cavernosa, e Robert DeLeo, un bassista. I due ebbero un’idea: formare un gruppo rock, ma non quel rock classico, bensì qualcosa di diverso, più grezzo, più cattivo, qualcosa che sarebbe stato etichettato col nome di grunge.

A questo punto bisognava trovare le parti mancanti, ovvero un batterista e un chitarrista, e all’appello risposero rispettivamente un tal Eric Kretz e il fratello di Robert, Dean. Ecco che il gruppo è formato, col nome di Mighty Joe Young. I quattro cominciano a fare qualche concertino live nei locali di San Diego, riscuotendo un buon successo, così nel 1990 prendono due decisioni: trasferirsi a Los Angeles, dove avrebbero potuto migliorarsi professionalmente e dove il successo sarebbe stato maggiore, e cambiare nome in Stone Temple Pilots.

Tentano la scalata al successo inviando vari demo alle case discografiche, e quella che verrà colpita dai loro suoni poco raffinati e da una voce calda e primitiva, sarà l’Atlantic Records, che nel propizio anno 1992 gli offrirà un contratto che i quattro non si lasciano scappare.

Nello stesso anno, in piena esplosione grunge, con Pearl Jam, Alice in Chains, Soundgarden e Nirvana che sgomitano per chi vende più dischi, i nostri amici debuttano col primo album: Core. Il produttore è un certo Brendan O’Brien (diventerà da qui a poco produttore dei Pearl Jam) un tizio che ha fiuto per le band emergenti, tant’è che il disco è un successo.

Stone Temple Pilots diventa in brevissimo tempo un nome conosciuto, acclamato, al quale subito colleghiamo un nuovo modo di far musica. I singoli pubblicati sono Plush, Sex Type Thing e Creep. La critica vomitò fin dall’inizio dure parole di disappunto e disprezzo per questo gruppo di ragazzi di San Diego, definendoli spesso come degli incapaci, banali, ma con molta fortuna, al contrario invece il pubblico entusiasta li elogia e li venera.

Questa contrapposizione che dapprima fece vacillare i membri del gruppo, successivamente venne totalmente messa a tacere con legittima soddisfazione della band, in quanto con Core si aggiudicano per ben otto volte il disco di platino, agli American Music Awards vinsero come miglior gruppo emergente e si aggiudicarono anche un Grammy per la canzone Plush. Come si dice, ride bene…

Dopo questa serie di premi e vincite, e dopo aver passato del tempo a fare da gruppo di supporto ai concerti di Rage Against The Machine e Megadeth, i quattro sono pronti per un secondo album.

Ecco che il bambino viene partorito nel 1994 e si chiama Purple: con questo disco i suoi 4 genitori raggiungono l’apice del successo. Slitta al numero uno nelle classifiche statunitensi, per l’esattezza quindici settimane, e dopo quattro mesi dalla pubblicazione, vende tre milioni di copie. Le tracce chiave del disco sono Vasoline, Big Empty (inserita nella colonna sonora del film Il Corvo), e Interstate Love Song, video del giorno.

stonetemplepilots_5

Il 1995 cominciò come un anno molto positivo, in quanto la fama del gruppo continuava a crescere e gli affari andavano a gonfie vele, ma a Maggio di quello stesso anno le cose si interruppero bruscamente, come il risveglio da un bel sogno. Non vi ci vorrà molto per intuire che chi si cela dietro questo sfacelo è proprio il leader, il frontman, il nostro simpatico Scott, che lasciatosi trascinare dalle “mode” del momento e non volendo perdersi la cresta dell’onda, finisce dentro il tunnel di droghe (quel momento e quel posto erano la culla dello sballo), beccandosi tre anni per possesso di eroina e cocaina.

Il bel cantante si dichiara non colpevole, ma questo non conterà molto per il resto della band, che delusa, decide di allontanarsi da Scott, sciogliendo momentaneamente il gruppo. Lui, invece, per la serie canta che ti passa, continua con un nuovo progetto chiamato Magnificent Bastards, e fecero in tempo a creare una colonna sonora per il film Tank Girl. Il progetto svanisce subito e gli Stone Temple Pilots si riuniscono per la gioia dei fan.

Nel 1996 pubblicano il terzo disco: Tiny Music… Songs From The Vatican Gift Shop. Purtroppo ci stiamo già dirigendo verso la fine del successo; il disco non è bello come i primi due, anche se vende, ma l’atmosfera all’interno della band è cambiata, soprattutto da quando Robert,  Dean ed Eric non riescono più a fare affidamento sul loro bel cantante Scott, la cui tossicodipendenza è diventata un peso e un problema.

Il tour del 1996, in seguito all’uscita del terzo album, viene cancellato, proprio perché Scott deve seguire dei programmi di riabilitazione. È così che i due fratelli e il batterista decidono di cambiare strada, e di creare un gruppo chiamato Talk Show, con un nuovo cantante, mentre il rimasto solo e barcollante Scott pubblica un album solista, alla faccia di chi credeva non ce l’avesse fatta.

Nel 1999, forse sentendo troppo la reciproca mancanza, o forse per la nostalgia dei bei tempi e dell’ottimo successo, il gruppo si ricompone.

No. 4, proprio così si chiama il quarto album, che ottiene un discreto successo, migliore del precedente, ma ormai lontani dalla considerazione plateale degli inizi. I singoli Down, No Way Out e Sour Girl arrivano tra i primi posti delle classifiche.

Due anni dopo ci riprovano, questa volta sarà l’ultima: Shangri-La Dee Da è il nome che danno al quinto album, ormai privo di qualsiasi originalità e brillantezza, anche quel seducente timbro di voce di Scott sembra cambiato, e gli strumenti sembrano spenti, insomma, una totale tristezza, se pensiamo anche che nonostante diversi rehab seguiti dal cantante, non cambiò la sua irresistibile voglia di farsi.

Insomma questi Stone Temple Pilots hanno brillato poco nel firmamento del grunge, ma sicuramente il primo e il secondo album meritano un acquisto e più di un ascolto.

I membri presero poi strade diverse, formando nuovi gruppi, case discografiche, entrando a far parte di gruppi già esistenti, entrando e uscendo di continuo dalle band come se fossero degli alberghi. Per l’appunto del 2010 è un album omonimo. Ma davvero, mi fermo qui, non merita alcun interesse. Del meglio di questo gruppo ho già scritto, il resto è stato solo un romanzo rosa, con continui ritorni da parte del protagonista, scioglimenti, reunion, litigi, riappacificazioni, eccetera eccetera.

Per esempio, a me è venuta la nausea quando ho saputo che ora i due fratelli DeLeo e Kretz hanno riformato gli Stone Temple Pilots per la centesima volta, ma il cantante (giustamente) non è più Scott, ma Chester Bennington… vi dicono niente i Linkin’ Park? Bene, non vado oltre. Purtroppo loro ci sono andati invece, ben oltre.

Dimenticavo solo una cosa: se avete del tempo, preparatevi una buona cioccolata calda, sdraiatevi sul divano, comodi, vi raccomando, una copertina sulle gambe, e godetevi l’Unplugged di Mtv dell’anno 1993, quando ancora erano persone serie: notevole.

MTV UNPLUGGED

Il video di oggi è Interstate Love Song, una ballata dai ritmi orecchiabili, tratta di bugie in amore.. ecco perché il Pinocchio anni ’30 del video scappa spaventato dal suo naso che non vuole smettere di crescere.

INTERSTATE LOVE SONG

Alla prossima settimana amici!

Black Flag Musica rock rubriche Scott Weiland Stone Temple Pilots 2013-12-20

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