(english version here)
Il mio tempo non e' stato interrotto da eventi epocali.
Il mio tempo non e' stato risucchiato da qualche neutrino a zonzo sotto i miei piedi nel ciclotrone del Cern.
Il mio tempo non e' stato nemmeno completamente spazzato via dalla Viatrix arrampicatrice o dall'organizzare il lavafadisfalava perpetuo delle valigie per i viaggi di lavoro del Senator e per i nostri di accompagnamento e/o piacere.
Molto piu' seriamente, da 10 giorni vivo in una dimensione di casino espanso costante: mentre metto in ordine da un lato, il casino si riproduce dall'altro, come il tremendo T-1000 che si ricomponeva dalle sue gocce appena centrate in pieno col bazooka da Schwarznegger. Come il perfido agente Smith nonostante Keanu gli riempisse la cervicale di mosse di kung fu.
10 giorni fa, al mio ritorno da Varsavia, ho preso coscienza del fatto che il nostro appartamento ha raggiunto e superato ampiamente i limiti di vivibilita' (a titolo meramente esemplificativo e non esaustivo: rischio valanga ad
ogni apertura armadio: 99 %, tempo medio impiegato per recuperare un dentifricio sul piano del lavandino minuti 3, tentativi necessari per chiudere ogni cassetto 4), cosi' ho deciso di impegnarmici, ovvero non solo di pulire e lavare il minimo ordinario necessario alla sopravvivenza (quello che e' nelle valigie), ma di dare una sistemata.
Ed e' qui che mi sono accorta che qualcosa non torna: da 10 giorni eseguo migliaia di operazioni relative ai verbi di pulizia (ordinare piegare pulire spolverare aspirare bagnare asciugare stendere appendere spazzare spostare organizzare etc)senza ottenere progressi proporzionali alla fatica immane.
Il nucleo del Casino mi aspetta incandescente nello studio, ovvero NON APRITE QUELLA PORTA, al quale mi dedichero' quando, e a questo punto temo, solo se, riusciro' a venire a capo di tutto il resto.
I segni che qualcosa nello spazio incasinato che mi circonda non sono normali pero' li ho colti:
mi ritrovo sempre alle 17.20 con cucina e salotto a modo e tutto il resto ancora nel casino piu' nero,
il cesto dei panni sporchi non si svuota mai, nonostante il numero di lavatrici esponenzialmente caricato e steso,
il rotolo della carta igienica e' sempre finito anche se il Senator e' via e la Viatrix usa ancora gli huggies, e dunque l'unica utente sono io.
i calzini escono sempre tutti spaiati dalla lavatrice. Non uno, che rappresenta la normalita' di ogni casa, tutti.
Soprattutto, ho tremendi deja vu: ma questi giornali non li avevo gia' buttati? ma questi guanti non li avevo gia' riabbinati? ma questo multistrato di scontrini - biglietti da visita - ricevute - carte di caramelle graziosamente scaraventato dal Senator sopra la cassettiera, non lo avevo gia' sezionato e inoltrato tra pattumiera e appositi raccoglitori qualche giorno fa?
E mia figlia si sveglia la notte sempre alle 2:22.
Oggi e' il 29 febbraio, il giorno ogni quattro anni.
Oggi e' il giorno in cui posso sperare di risolvere il mistero del casino ultradimensionale (chi lo crea? chi lo muove? chi lo riproduce?) o perlomeno arrivare alle 17.20 con risultati diversi
(sperando di non rimanerci secca, come Trinity e Sarah Connor)
Magazine Diario personale
ITA Le pulizie nell'ultradimensione/La sfida del 29 febbraio
Creato il 29 febbraio 2012 da Valeskywalker @valeskywalkerPotrebbero interessarti anche :
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