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Italia 150 - Lettera di un condannato a morte

Creato il 16 marzo 2011 da Mi7ch85
Italia 150 - Lettera di un condannato a morte

Dal Carcere, 22 dicembre 1944

Carissimi genitori, parenti e amici tutti, devo comunicarvi una brutta notizia.
Io e Candido, tutt'e due, siamo stati condannati a morte.
Fatevi coraggio, noi siamo innocenti. Ci hanno condannati solo perché siamo partigiani.
Io sono sempre vicino a voi.
Dopo tante vitacce, in montagna, dover morir cosí.
Ma, in Paradiso, sarò vicino a mio fratello, con la nonna, e pregherò per tutti voi. Vi sarò sempre vicino, vicino a te, caro papà, vicino a te, mammina.
Vado alla morte tranquillo assistito dal Cappellano delle Carceri che, a momenti, deve portarmi la Comunione.
Andate poi da lui, vi dirà dove mi avranno seppellito. Pregate per me.
Vi chiedo perdono, se vi ho dato dei dispiaceri.
Dietro il quadro della Madonna, nella mia stanza, troverete un po' di denaro. Prendetelo e fate dire una Messa per me. La mia roba, datela ai poveri del paese.
Salutatemi il Parroco ed il Teologo, e dite loro che preghino per me. Voi fatevi coraggio.
Non mettetevi in pena per me. Sono in Cielo e pregherò per voi.
Termino con mandarvi tanti baci e tanti auguri di buon Natale. Io lo passerò in Cielo.
Arrivederci in Paradiso.

Vostro figlio Armando
Viva l'Italia! Viva gli Alpini!

Armando Amprino, di anni 20 - meccanico - nato a Coazze (Torino) il 24 maggio 1925

Da "Lettere di condannati a morte della Resistenza"


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