“L’adesione della categoria allo sciopero proclamato all’Unione nazionale giudici di pace, da oggi al prossimo 3 ottobre, ha confermato pienamente le previsioni con la partecipazione del 90% dei giudici in servizio”. Lo sottolinea in una nota la stessa Unione.
(intermediachannel.it)
Lo sciopero dei giudici di pace. I dirigenti dell’Unagipa hanno smentito le notizie di stampa e di ambienti scarsamente rappresentativi della categoria sul fatto che il progetto di riforma approvato dal Consiglio dei Ministri, ancora non pubblicato, abbia tenuto conto delle principali richieste della categoria e delle stesse assicurazioni, seppure generiche e timide, date dal ministro Orlando durante i 5 incontri tenuti nei mesi scorsi. L’unica assicurazione del ministro che si legge nel progetto riguarda l’assegnazione di tre ulteriori mandati quadriennali per i giudici in servizio, mentre non viene superato l’attuale sistema retributivo del cottimo incentivante e non viene prevista, anzi espressamente esclusa, la tutela previdenziale.
Le motivazioni dello sciopero indetto dall’Unione nazionale giudici di pace. ”Nella sostanza, con il provvedimento all’esame del Mef, il governo, in aperta violazione delle raccomandazioni delle Istituzioni europee, non supera la condizione di precariato e violazione dei diritti fondamentali prevista dalla legge istitutiva dei giudici di pace – denuncia l’Unione – e anzi viene ad aggravare la condizione economica e l’autonomia e indipendenza dei giudici, decurtando dal 30 al 40% i fondi oggi assegnati e si vorrebbero utilizzare per finanziare altri interventi di categorie (ufficio del processo, adeguamenti got, vpo) e il consistente aumento delle competenze civili, e sottoponendo i giudici a nuove sanzioni disciplinari particolarmente gravi e ingiustificate e senza dare agli interessati alcuna possibilità di difesa”.
Le assemblee dell’Unagipa “denunciano che tale aberrante aggravamento delle condizioni economiche e ordinamentali contrasta con l’esigenza di assegnare ai giudici di pace consistenti aumenti della competenza civile per valore e per materia in misura non inferiore a nuovi 400.000 procedimenti l’anno”. (ADNKRONOS)