Magazine Politica Italia

Italia alle urne, risultati in bilico

Creato il 21 febbraio 2013 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

Tra promesse e strilloni, la campagna elettorale più controversa dell’era repubblicana si avvia al termine tra veleni, promesse da marinaio, lauree non conseguite, lettere minatorie e piazze ricolme per ascoltare parole di speranza. Una speranza che forse non c’è più…

Sta finendo. Finalmente, diranno i più. Il dibattito politico in campagna elettorale ha toccato livelli talmente bassi da far rimpiangere le trivellazioni sottomarine alla ricerca di petrolio. Più in basso di così, cantava Daniele Silvestri, c’è solo da scavare.

I protagonisti, nemmeno a dirlo, sono sempre i medesimi, quelli che hanno causato gran parte dei problemi che oggi subiamo incondizionatamente.

L’arrembaggio alla bagnarola Italia parte necessariamente con la presa di Palazzo Chigi, ed è combattuta a colpi di slogan persino outsider che si danno arie da primadonna, sostenendo affamatori di fama internazionale quali Mario Monti.

Il riferimento è chiaramente a Pierferdinando Casini, uno abituato a ragionare con il 3% e a darsi arie come se valesse il 65. Non è certo il profeta della realtà rivelata, né un buon investimento per la politica del domani, poiché le modalità sono le medesime della Dc di Piccoli, quello del finanziamento pubblico ai partiti, perché all’epoca si riteneva che fossero proprio loro a dover tradurre in provvedimenti le istanze provenienti dal corpo elettorale.

Italia alle urne, risultati in bilico

Sappiamo bene com’è andata a finire, con ostriche, viaggi, suv e party selvaggi organizzati a spese dei contribuenti. Siam ben’oltre l’auto blu, quella che che contribuisce di fatto a creare ulteriore distacco tra la classe dirigente e i governati, questi ultimi alle prese con continui rincari assicurativi e petroliferi. E’una volontà politica classista, consapevole della propria posizione di vantaggio, disposta a tutto pur di mantenere lussi e privilegi negati a chi non ne faccia parte.

Proprio nell’ottica di conquista del consenso devono leggersi le promesse elettorali dei vari Berlusconi, Bersani, Monti.

L’alchimista di Arcore ha estratto dal cilindro l’ennesimo coniglio, da cucinare rigorosamente in agrodolce: con una mossa di marketing politico invidiata da Lidl&c., invia agli elettori una finta missiva del tutto simile agli avvisi di pagamento che l’Agenzia delle Entrate spedisce per contestare importi dovuti all’erario.

Il dolce dovrebbe essere il rientrare in possesso dei soldi spesi per “salvare l’Italia dal baratro”, l’agro è la stagione fiscale che verrà, con aumenti di IVA e qualche altra accisa che manderà i prezzi dei carburanti alle stelle, ed il mercato dell’auto ulteriormente all’inferno. Un po’ il gioco delle tre carte.

Ma torniamo alla simpatica cartella per ottenere il rimborso IMU.

A parte il rischio di infarto (non so Voi, ma ormai quando rinveniamo una lettera nella buca della posta scatta la tachicardia…), sembra che siano davvero tanti gli anziani che, non accorgendosi del sottile inganno, si presentano agli sportelli della posta per ottenere il rimborso. Un’infamità in piena regola, per chi dimostra di considerare anacronistica la legalità, idioti gli italiani,  e strizza l’occhio al popolo dei condoni facili.

Ma non è il solo. Anche il PD promette di abolire i ticket sulle prestazioni specialistiche. La sanità pubblica verrebbe ridursi così gli introiti. Nel medio periodo potrebbe tradursi in un’ulteriore riduzione dei posti letto disponibili per abitante, causando un caos di non poco momento, con strutture che rischieranno di non poter far fronte alla domanda. E’ forse il primo passo verso una privatizzazione della sanità? Probabile, lo ripetiamo da mesi che il disegno mostra contorni definiti, rafforzati dalle affermazioni del premier dimissionario Mario Monti, che strizza l’occhio volentieri ad una soluzione finale per quel che resta dello stato sociale, con buona pace dei diritti costituzionali.

Chi invece nella buca della posta ha trovato una lettera minatoria, secondo la quale sarebbero pronti mille kg di esplosivo, è Antonio Ingroia. Guai a prendere la minaccia sotto gamba, anche se c’è da augurarsi che sia stata la mano di un mitomane ad imbucare la missiva, e che certi atteggiamenti mafiosi siano seppelliti da una montagna di merda. Di certo servirà più di un normografo e di un francobollo recante il simbolo dell’”Agenzia delle entrate” per far paura al pm antimafia.

Chi invece ha un po’ deluso le aspettative è Oscar Giannino, l’eccentrico giornalista economico di Radio24 e leader di Fare-per fermare il declino. Il co-fondatore del movimento che raccoglie in sé economisti ed esponenti della società civile, Luigi Zingales, ha denunciato la millanteria di cui Giannino si è reso responsabile, vantando due lauree ed un master inesistenti. Peccati veniali che hanno in sé qualcosa di romantico. Non inventa ricchissimi zii d’America, automobili che non possiede, avventure con donne bellissime. Si è inventato due lauree ed un master, come se cercasse una giustificazione per la competenza accumulata in anni di studio, che difficilmente in Italia viene riconosciuta se non dietro la presentazione di un pezzo di carta.

Ha sbagliato, ma lo abbiamo già perdonato: c’è chi si inventa nipoti di leader arabi e rimborsi di imposte, figuriamoci se non siamo disposti a perdonare uno che, se volesse, potrebbe conseguire quei titoli senza fatica alcuna. Certo, una laurea od un master non ci dicono quello che sai, ma chi hai avuto modo di conoscere nella tua vita accademica, cosa decisamente più importante in una società in cui fior di bocconiani hanno cagionato quasi gli stessi danni della seconda guerra mondiale.

Purtroppo però, la vicenda si è rivelata un bell’antispot per chi, in campagna elettorale, ha parlato esclusivamente di meritocrazia e credibilità. Giannino chiude la propria carriera politica ancor prima di iniziarla, ma c’è un aspetto che andrebbe valutato. Per quale motivo Zingales abbandona la nave giusto qualche giorno prima delle consultazioni? E perché la decisione di rendere nota l’inesistenza dei titoli accademici di Giannino avviene solo nell’ultima settimana di campagna elettorale? Se volessimo fare qualche azzardo fantapolitico, si potrebbe ipotizzare una precisa volontà di nuocere a FID, movimento che disturba non poco le mire elettorali di alcuni partiti.

Era forse un asso nella manica per mettere fuorigioco Giannino, qualora fosse diventato percentualmente pericoloso in Lombardia?

Il galà della dietrologia si presta decisamente bene a tutta una serie di valutazioni. Certo, se dopo le regionali in Lombardia o nel Lazio ci si trovasse Zingales in giunta…

Chi gongola è invece Beppe Grillo, che da Piazza del Plebiscito a Napoli definisce il M5S “il primo partito d’Italia”. Solo le urne potranno segnare come vera o falsa questa affermazione. Quel che è certo è che fino ad oggi, i grandi politicanti, hanno potuto convocare gli iscritti solo in teatri e saloni.

Ma il popolo, quello vero, scende in piazza. E Grillo, dal palco, ci sa proprio fare!


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :