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Italia fuori dall’Euro, ma forse non doveva neanche entrarci

Creato il 02 aprile 2015 da Mrinvest

L’Italia fuori dall’Euro e conseguente svalutazione della lira non porterebbe disastri inflazionistici, ma riduzione dei prezzi e rivalutazione di stipendi e salari.

Italia fuori dall'EuroQual è lo Stato europeo che ha il maggiore reddito ed una disoccupazione inesistente? La piccola Danimarca che, pur facendo parte dell’Unione Europea, con un referendum bocciò l’ingresso nella Zona Euro e si tenne la corona come moneta nazionale. Altrettanto fece la Svezia che si tenne la corona. L’Inghilterra non fece alcun referendum e si tenne la sterlina. Come mai la Svizzera, non facente parte delll’UE, si è tenuta il franco? Tutti questi Stati stanno meglio di quelli facenti parte della Zona Euro.

E l’Italia fuori dall’Euro come starebbe? A questa domanda debbono rispondere tutti quelli che ancora sostengono l’Euro senza avere argomenti fondati sul piano economico.

L’Euro è una moneta artificiale che è servita solo alla Germania, dopo l’unificazione, per avere un mercato europeo unico fondato praticamente sul marco tedesco, perché l’Euro fu introdotto nel 1999 tenendo come riferimento il valore che ogni moneta nazionale aveva rispetto al marco. Cosicché tutte le economie degli Stati della Zona Euro si sono assoggettate al marco sotto la diversa voce dell’Euro stesso, violando in questo modo la ferrea legge economica che vuole che la moneta rifletta il valore dell’economia reale di uno Stato.

Con l’Italia fuori dall’Euro aumenterebbero le esportazioni.

L’euro è una moneta artificiale che ha espropriato ogni Stato della propria sovranità monetaria. Molti vanno ancora dicendo che l’Euro ci ha salvato dall’inflazione. Dire una cosa simile significa ammettere che il Governo italiano, per esempio, non era da sé capace di arginare l’inflazione e che aveva bisogno di vincoli esterni rinunciando alla propria sovranità.
In secondo luogo si dà come vero una grande falsità, cioè che l’Italia fuori dall’Euro subirebbe la svalutazione della moneta ed un aumento smodato dell’inflazione. Ciò è contraddetto da quanto avvenne nel 1992, quando la lira fu svalutata del 20-25%, producendo un’inflazione solo del 5%. Questa svalutazione produsse un rilancio di tutta l’economia nelle esportazioni.

Con l’Italia fuori dall’Euro il mercato interno ne trarrebbe vantaggio.

Vi è poi da considerare che, abbandonando la moneta unica per tornare ad una lira svalutata rispetto all’Euro, le cose non cambierebbero affatto nel mercato interno, perché i prezzi automaticamente si adeguerebbero al minore valore della moneta. Infatti le imprese dovrebbero diminuire i costi dei loro prodotti per conservare il mercato interno. Con l’Euro, al contrario, la conseguenza è stata l’aumento di tutti i prezzi che si sono adeguati al valore della moneta forte del marco anche se poi si è chiamato Euro, mentre gli stipendi ed i salari, non essendo stati rivalutati rispetto al maggiore valore dell’Euro-Marco, hanno subito un relativo impoverimento. E poi, con l’Italia fuori dall’Euro avremmo la stessa disoccupazione di oggi?

Chi ci ha guadagnato è stata solo la Germania che ha unificato il mercato europeo a favore delle sue esportazioni, annullando i benefici che avrebbero avuto le altre monete nazionali, che, meno forti dell’Euro-Marco, avrebbero contrastato facilmente le esportazioni tedesche rendendosi competitive rispetto ai prodotti tedeschi stessi.

Che poi l’economia della Germania sia molto migliore di quella degli altri Stati della Zona Euro è solo una falsità. Si dice che in Germania la disoccupzione sia inesistente.
Ma come è stato ottenuto questo risultato? In due modi: riducendo gli stipendi e i salari e introducendo i cosiddetti mini jobs per i disoccupati, cioè lavori a termine sottopagati con 400 euro al mese.

E questo sarebbe il miracolo economico della Germania? Ma per favore!

Tratto da pietromelis.blogspot


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