Internet chiama ed i politici rispondono. Twitter è sempre più il social network nel quali i politici interagiscono maggiormente con con i loro followers. Ma in che modo vengono usati questi profili e da chi? Anche “Gazebo”, il programma di RaiTre condotto da Diego Bianchi, è stato oggetto di critica perché svela agli italiani i “tweet perle” pubblicati dai politici su Twitter.
Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati (infosannio.wordpress.com)
A partire dal 2011 Twitter è diventato uno tra gli strumenti cruciali per il circuito politico-mediatico italiano. I politici usano diverse tipologie di interazione su Twitter, vale dire lo stile che descrive la loro attività parlamentare e non, e lo stile che mira, tramite un aforisma, a raccontare l’attualità; tutti e due sono riconducibili ad una modalità cosiddetta “uno a molti”. Per la modalità “uno a uno”, invece, possiamo trovare lo stile “conversazione da salotto”, quello “mi butto nella mischia” oppure quello più razionale “leggo, penso e rispondo con calma”.
Nel dettaglio gli stili usati dai politici su Twitter. Sono tanti i politici che usano Twitter in modo spontaneo ed istintivo, articolando così lunghi botta e risposta con i loro followers, che fanno domande oppure criticano il loro operato. Ci sono, poi, quelli che rispondono solo alle persone che conoscono, senza occuparsi dei followers sconosciuti, intraprendendo discussioni con i vip, come se fossero in una qualsiasi trasmissione televisiva nella quale il cittadino è impossibilitato a partecipare. Ed infine, lo stile usato più cauto e razionale è quello che vede il politico demandare il suo profilo pubblico al proprio staff o ufficio stampa, in maniera tale da non creare fake o “dichiarazioni” fuori dagli schemi.
Il problema fondamentale, però, per descrivere queste “nuove abitudini” da parte degli uomini politici, è che ognuno di essi assume uno stile diverso in base al periodo ed alle circostanze del momento. Solo in alcuni casi, i politici sono coerenti con il loro stile, rispecchiando il loro modo di essere, perché capitano anche momenti in cui si lasciano andare a sfoghi su qualcuno o su qualcosa che è accaduto, che li ha fatti saltare dalla sedia.
Un personaggio pubblico può, e deve, raccontare con trasparenza quello che accade intorno a lui, la sua attività parlamentare e quant’altro, ma dovrebbe limitarsi ad esprimere, in modo appropriato, le proprie opinioni sugli antagonisti politici. Invece no, spesso accade che l’egocentrismo del politico di turno si trasformi in una valvola pubblica e mediatica per fomentare tutti i propri seguaci a schierarsi contro qualcosa o qualcuno, creando vere e proprie campagne di discriminazioni verbali verso qualcuno considerato “nemico”. Questo è avvenuto, negli scorsi giorni, contro Daria Bignardi per l’intervista condotta al grillino Alessandro di Battista, o contro Fabio Fazio che ha intervistato proprio in merito a questa vicenda l’attuale Presidente della Camera, Laura Boldrini.
Se i Social Network rispecchiano le vere personalità delle persone pubbliche, e non, è utile menzionare un caso particolare, quello del forzista, Gianfranco Rotondi, che nelle informazioni del suo profilo scrive: “Sto poco su Twitter, ma senza staff”. Questa mattina, il senatore PdL ha scritto sul proprio profilo: “Falso che chiediamo posti a Berlusconi.Io x esempio gli ho chiesto solo un posto,quello di candidato premier.Spero nel suo voto.”. Al che un suo follower, tale Giuseppe Errico, gli ha risposto: “ma sei vero o un fake?”. E Rotondi, con fare disinvolto e senza troppi fronzoli, ha risposto: “Vero, rarità“.