Italia? Ma quale rivoluzione!

Creato il 26 settembre 2012 da Babilonia

Personalmente trovo reali ed angoscianti le parole scritte da Ciro Pellegrino, che forse nella sua esposizione dimentica che oltre a pensare al campionato di calcio in questo periodo c’è pure la preoccupazione di trovarsi un Apple/telefonino obsoleto.

Spagna, Grecia, Italia: se alla rivoluzione preferisco un bel pallone
Il grido d’allarme greco e spagnolo parla la stessa lingua di quello italiano. Eppure nel Belpaese – scusate la facile associazione – stasera c’è il campionato di calcio.

Una delle  cose che leggo più spesso, sui social network soprattutto, quando si verificano vicende come quella di Spagna e Grecia in queste ore è che in Italia mai, mai e poi mai potrà succedere una cosa del genere. Vale la pena approfondire. Ecco: io non auspicherei mai notti di guerriglia urbana: ha già patito tanto questo Paese, nel corso degli anni, per poter auspicare a cuor leggero una “rivoluzione”, termine che pure tanti politici nostrani usano in maniera troppo avventata, secondo me.

Detto ciò, è imbarazzante che nel nostro Paese si sonnecchi amabilmente. A fronte di casi eclatanti (Alcoa, Fiat, Ilva tanto per citarne alcuni), i sindacati dei lavoratori sono imbambolati, in attesa di capire come orientarsi per le prossime Politiche, i movimenti di opinione si stanno adeguando al vento che tira e cercano più che altro di organizzarsi per la tornata elettorale e uscirne sul carro del vincitore. I partiti politici? Beh quelli tra le primarie, gli scandali e le sprecopoli debbono pensare alla loro sopravvivenza: cosa può fregargliene?

Ma quello che stupisce di più sono i movimenti di piazza: una volta avevamo la “Pantera” all’Università, i “No Global”. Avevamo i cosiddetti “extraparlamentari”, fuori da ogni schema istituzionale. E poi gli studenti, i pensionati. Ma dove cavolo sono finiti tutti? Il grido d’allarme greco e spagnolo parla la stessa lingua di quello italiano. Eppure nel Belpaese – scusate la facile associazione, forse un poco populista, ma è un fatto- stasera c’è il campionato di calcio. Altrove, invece, qualcuno pensa al suo futuro.

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