dunja ha fatto il tajin royale, fatna la torta e il té, miloud l’ha servito circondato di bimbi di tutte le età: due gemelli, una bimba di cinque, il fratello più grande di nove e il cugimà, unico Pimpo pionto a rappresentare l’italia nella meravigliosa cena di ieri sera a casa del mammuth.
il mammuth è tornata dal marocco e ancora non si rassegna.
ha ancora voglia di caldo, di sole, di spezie, ma soprattutto, mi pare, delle risate, dei sorrrisi, del calore del marocco e dei suoi amici.
e così abbiamo mischiato agnello stufato e verdure e prugne e mandorle e datteri e aranciata e té per i musulmani e vino per il resto del mondo.
e così la risata di yaya (un anno e una settimana) dopo aver starnutito addosso a HDC ha fatto ridere tutti gli altri.
e così miloud mi ha ricordato quando ero bambina e lui era già nelle nostre vite.
e ho riabbracciato fatna, che non vedevo da troppo, colpevole tempo, lei, il suo foulard e i suoi tatuaggi all’henna rosso, che sulla mia pelle troppo bianca assomigliavano a bruciature.
e è stato il solito, bellissimo, rumorosissimo caos che regna dal mammuth, che riesce a infilare diciotto persone intorno a un tavolo da dieci, che riesce a far mescolare due mondi e venti sapori, lasciandone poi uno solo, perfetto, che profuma di deserto (”Miloud! come si dice deserto in arabo? “sahara”, ah beh, non era difficile), di datteri e di denti da latte appena spuntati.