Nel 2011 circa il 58 per cento delle famiglie residenti in Italia ha conseguito un reddito netto inferiore all’importo medio annuo (29.956 euro, circa 2.496 euro al mese). Tanti gli anziani rispetto ad i giovani, bassa fecondità ed in aumento il numero degli stranieri.
Via del Corso, a Roma (tumblr.com)
La più alta diseguaglianza nella distribuzione del reddito è in Campania mentre in Sicilia si registra il reddito medio annuo più basso (oltre il 28 per cento in meno del valore medio italiano); sempre in quest’ultima regione, in base al reddito mediano, il 50 per cento delle famiglie si colloca al di sotto di 17.804 euro annui (circa 1.484 euro al mese). I dati rilevati dall’edizione 2014 del rapporto statistico dell’Istat “Noi Italia”.
“Nel 2012 il 24,9 per cento delle famiglie residenti in Italia presenta almeno tre delle difficoltà considerate nel calcolo dell’indice sintetico di deprivazione, una quota in aumento rispetto all’anno precedente. Il panorama regionale mette in evidenza il forte svantaggio del Mezzogiorno, dove l’indicatore raggiunge il 41,0 per cento”, continua l’Istat.
La popolazione italiana continua ad aumentare, quasi esclusivamente grazie ai movimenti migratori dall’estero. Al 31 dicembre 2012 i residenti sono 59 milioni 685 mila. A livello europeo, l’Italia si conferma il quarto paese per importanza demografica. Al primo gennaio 2012 ci sono 148,6 anziani ogni 100 giovani. In Europa solo la Germania presenta un indice di vecchiaia più accentuato (155,8). La Liguria si conferma la regione più anziana (236,2 per cento), mentre la Campania, con un indice per la prima volta superiore a 100, è la regione più giovane. Con un valore negativo del tasso di crescita naturale, l’Italia si pone agli ultimi posti in ambito europeo, vicino a Grecia e Portogallo; viceversa, la crescita migratoria conferma l’Italia tra i paesi con maggiore forza attrattiva. La vita media delle donne è di 84 anni e mezzo, quella degli uomini di poco più di 79 anni, tra le più lunghe dell’Unione europea.
Nel contesto europeo l’Italia si colloca tra i paesi a bassa fecondità, con 1,42 figli per donna secondo i dati del 2012. L’età media al parto continua a crescere, attestandosi a 31,4 anni. Nel 2012 sono stati celebrati 3,5 matrimoni ogni mille abitanti. Nel Mezzogiorno ci si sposa di più che nel Centro-Nord (4,1 contro 3,2 per mille). Il Nord-est presenta la quota maggiore di unioni celebrate con rito civile (53,5 per cento). Dopo Irlanda e Malta, l’Italia è il paese europeo con la più bassa incidenza di divorzi (0,9 ogni mille abitanti nel 2011). Tuttavia, lo scioglimento per via legale delle unioni è un fenomeno in tendenziale crescita nel nostro Paese: tra il 2000 e il 2011 le separazioni sono aumentate del 23,4 per cento e i divorzi del 43,2 per cento.
All’inizio del 2013 i cittadini stranieri iscritti nelle anagrafi dei comuni italiani sono quasi 4,4 milioni, pari al 7,4 per cento dei residenti (+8,3 per cento rispetto al 2012). Sul piano territoriale, la distribuzione degli stranieri residenti è maggiormente concentrata nel Centro-Nord (quasi l’86 per cento degli stranieri). Al 1° gennaio 2013, secondo l’edizione 2014 di “Noi Italia”, il rapporto statistico dell’Istat, sono regolarmente presenti in Italia oltre 3 milioni 700 mila cittadini non comunitari, con un incremento di circa 127 mila unità rispetto al 2012. Fra il 2011 e il 2012, si registra un nuovo calo, pari al 27 per cento, del flusso di cittadini non comunitari in ingresso nel nostro Paese.