Mercoledì 21 maggio 2014, presso la Sala Aldo Moro di Palazzo Montecitorio a Roma, si è tenuto il convegno Perché è importante stare nell’Unione Europea? Italia e Serbia – passato, presente e futuro di un’amicizia. L’iniziativa, organizzata nella ricorrenza dei 135 anni dei rapporti diplomatici italo-serbi e alla vigilia del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea, è stata anche occasione di promuovere il Quaderno Speciale dell’IsAG dedicato ai rapporti italo-serbi, pubblicato alcuni mesi fa.
L’On. Stefano Dambruoso, Questore della Camera dei Deputati, ha introdotto i lavori con i saluti e moderato l’intera discussione, ricordando i buoni rapporti dell’Ambasciata con il gruppo parlamentare di amicizia fra Italia e Serbia da egli stesso presieduto.
S.E. Ana Hrustanović, Ambasciatore della Serbia in Italia, ha esordito ringraziando l’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG) per la pubblicazione del Quaderno Speciale sui rapporti bilaterali, per poi soffermarsi sulle tragiche alluvioni che per giorni hanno colpito la Serbia e la Bosnia-Erzegovina, ringraziando il governo italiano che si è impegnato subito a fornire aiuti umanitari. L’Ambasciatrice ha quindi ricordato il lungo percorso che la Serbia sta portando avanti per entrare a far parte dell’Unione. Candidato nel 2012, il Paese balcanico punta a ultimare i negoziati per l’adesione entro il 2018 e divenire membro effettivo nel 2020.
A seguire è intervenuto Franco Frattini, già Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana e Presidente della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI). L’On. Frattini ha tenuto una prolusione sull’importanza di essere europei proprio in un frangente in cui sembra inarrestabile l’avanzata dell’euroscetticismo. Nonostante i problemi relativi alla crisi economica, l’Unione Europea ha rappresentato l’esito d’un processo di cui hanno beneficiato in primo luogo le popolazioni europee, grazie ad esempio all’abolizione dei visti e alla libera circolazione delle persone. La mobilità interna all’Unione è un dato acquisito che non deve però far dimenticare la fatica del processo di costruzione europea e quale regresso rappresenterebbe invece il suo abbandono. Relativamente all’ingresso della Serbia, Frattini ha menzionato tre punti chiave: rilancio economico, lotta alla corruzione e riforma del sistema di giustizia come elementi necessari al pieno adeguamento della Serbia agli standard richiesti dell’Unione.
Guidalberto Guidi, Presidente di Ducati Energia, ha aggiunto la sua testimonianza personale relativamente alla mobilità interna all’Europa, enormemente facilitata dall’abolizione del sistema dei visti. Letto da questo punto di vista, il processo di unificazione europea sembra inarrestabile anche a fronte delle difficoltà: la circolazione delle persone e i continui interscambi producono già l’impressione che i Paesi non ancora formalmente parte dell’Unione Europea, come appunto la Serbia, siano pienamente europei nel loro modo di vita e nel loro sguardo verso il futuro.
Nell’intervento di Tiberio Graziani, Presidente dell’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG), si è sottolineata l’importanza del passato storico come antidoto all’euroscettismo. In un’ottica di lungo periodo, l’euroscetticismo può essere considerato “una febbre di crescita”, ossia un momento fisiologico del processo di integrazione. Come tale, questo processo va considerato inevitabile anche alla luce dello scenario globale, che sia avvia verso un ordinamento multipolare che senza un “polo europeo” sarebbe come un tavolo senza una gamba. Per superare la fase euroscettica l’Unione può far leva su Paesi di prossimo ingresso quali la Serbia, che hanno mantenuto con grande fierezza il riferimento alle proprie radici storico-culturali e possono dunque portare in sede comunitaria quel senso di appartenenza a una medesima civiltà assolutamente indispensabile per garantire il processo di integrazione.
A conclusione del convegno, il Presidente Tiberio Graziani a nome dell’IsAG ha consegnato all’Ambasciatrice Ana Hrustanović una targa commemorativa del 135esimo anniversario dell’inizio dei rapporti diplomatici tra Italia e Serbia.
(Testo di Dario Citati, foto di Priscilla Inzerilli)