di Maria SerraLaguerra in Libia e la mancanza di coordinamento politico-militare fra gli Statimembri dell’Unione Europea hanno messo in luce la debolezza politicadell’architettura comunitaria e il sostanziale insuccesso dell’ambiziosoprogetto di Partenariato euro-mediterraneo che nel 1995 passò alla storia comeProcesso di Barcellona. Neanche l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona hasaputo offrire una linea comune non tanto in materia di difesa, quanto in unaprospettiva di rilancio del Vecchio Continente in un quadro delle relazioniinternazionali multipolarizzato e fortemente globalizzato. Ancora una volta lestrade che si aprono dinanzi ai leader europei sono due: quella più difficile,ossia la formulazione di una nuova e originale strategia effettivamente comuneverso il Mediterraneo e il Medio Oriente che permetta all’UE, data la suaposizione geograficamente strategica, di giocare un ruolo chiave nel processodi democratizzazione del mondo arabo, nonché di aprire una nuova epoca dicooperazione in materia economica e, soprattutto, in materia di sicurezza;quella più “semplice” – nel senso che è lecito supporre che possa prendere ilsopravvento in un momento di incertezza – relativa ad una prospettiva“individuale” da parte dei singoli Stati membri, che, a seconda degli interessie degli obiettivi di medio-breve termine, potrebbero intavolare nuovi rapportibi-multilaterali con i Paesi extra-europei.
di Maria SerraLaguerra in Libia e la mancanza di coordinamento politico-militare fra gli Statimembri dell’Unione Europea hanno messo in luce la debolezza politicadell’architettura comunitaria e il sostanziale insuccesso dell’ambiziosoprogetto di Partenariato euro-mediterraneo che nel 1995 passò alla storia comeProcesso di Barcellona. Neanche l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona hasaputo offrire una linea comune non tanto in materia di difesa, quanto in unaprospettiva di rilancio del Vecchio Continente in un quadro delle relazioniinternazionali multipolarizzato e fortemente globalizzato. Ancora una volta lestrade che si aprono dinanzi ai leader europei sono due: quella più difficile,ossia la formulazione di una nuova e originale strategia effettivamente comuneverso il Mediterraneo e il Medio Oriente che permetta all’UE, data la suaposizione geograficamente strategica, di giocare un ruolo chiave nel processodi democratizzazione del mondo arabo, nonché di aprire una nuova epoca dicooperazione in materia economica e, soprattutto, in materia di sicurezza;quella più “semplice” – nel senso che è lecito supporre che possa prendere ilsopravvento in un momento di incertezza – relativa ad una prospettiva“individuale” da parte dei singoli Stati membri, che, a seconda degli interessie degli obiettivi di medio-breve termine, potrebbero intavolare nuovi rapportibi-multilaterali con i Paesi extra-europei.
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