Monti si dimette, Berlusconi torna in campo, le sinistre finalmente hanno di nuovo un programma (“esser unite contro Berlusconi”), si voterà al più presto col porcellum: sembra di essere finiti dentro un vortice spazio-temporale e tutto pare tornato al prima di quella sera del 12 novembre 2011 dove stappammo un buon vino e comprammo i pasticcini.
A volte rimango senza parole. Non mi resta che citare (forse come monito) il Gerarca Barbagli in quel suo monologo finale di “Fascisti su Marte” magistralmente scritto da Corrado Guzzanti, e poi cercare sulle guide geografiche un qualche paese ancora sano, tranquillo, magari povero ma con ancora ottimismo e speranza da condividere, nel quale emigrare la prossima stagione.
“… La verità è quella che vi dicono, il problema in Italia non è mai stato tanto di saperla, ma che saputala tutto resta uguale. Perché voi italiani siete come i Mimimmi (sassi n.d.r.), cui tutto passa sopra senza un fiato. Credete forse oggi voi d’essere liberi; votate per dieci volte l’anno gente che a volte neanche conoscete, e che una volta eletta, fa ciò che vuole: acciuccia e si spartisce. Sempre comanderà un’oligarchia che v’inganna col giuoco delle parti. E allora? Dov’è, povero o postero, il guadagno? La dittatura è un sistema per opprimere il popolo.. la democrazia è un sistema per costringere il popolo ad opprimersi da solo.”
Buone future elezioni.