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ITALIANI NEL MONDO: dove sono e cosa li spinge a partire?

Da Vim News @viviilmondo
Secondo i dati forniti dall'AIRE, l'anagrafe degli italiani residenti all'estero, al 1 gennaio 2013 gli italiani residenti all'estero sono 4.341.156, il 7.3% dei 60 milioni di italiani residenti in Italia. Il maggior numero di connazionali è rimasto entro i confini europei (il 54% dei 4.341.156 residenti all'estero), segue l'America con il 40%, l'Oceania in cui si trova il 3.1% degli italiani, l'Africa, con l'1.3% e l'Asia con l'1%.
Nel 2013, secondo il rapporto italiani nel mondo 2013 della Fondazione Migrantes, rispetto all'anno precedente, solo in Asia sono stati registrati più di 3.500 italiani residenti, mentre il paese maggiormente interessato da queste migrazioni è la Cina, in cui la comunità italiana raggiunge le 6.700 unità. Al 1 gennaio 2013 la popolazione italiana residente in Cina è triplicata rispetto al 2006 (+ 239%) con un picco di trasferimenti nel 2009 (+25%). Lo stesso rapporto evidenzia che tra gli italiani che decidono di trasferirsi in Cina emerge la categoria dei cinesi di ritorno, ovvero cittadini cinesi nati o cresciuti in Italia che, dopo aver acquisito i titoli di studio nel nostro Paese e grazie alla padronanza della doppia lingua, italiano e cinese, tornano in Cina attratti dalla sempre maggiore crescita economica del Dragone. 
ITALIANI NEL MONDO: dove sono e cosa li spinge a partire?
La più alta percentuale di emigranti italiani si registra nel sud Italia, anche se nel biennio 2012 - 2013 è stato il nord a subire maggiormente il fenomeno della nuova emigrazione con la Lombardia che ha registrato 17.573 unità in più all'estero, seguita dal Veneto con + 14.195. La crisi degli ultimi tempi ha quindi rappresentato per il sud Italia un fattore di impedimento allo spostamento, al contrario del nord Italia.
A che tipo di emigrazione stiamo assistendo?Nei tempi recenti siamo stati abituati a sentir parlare di "fuga dei cervelli": giovani laureati italiani che sempre più spesso cercavano rifugio in paesi che sapessero ospitare il loro sapere d'eccellenza. Oppure si parlava di giovani che affrontavano il classico "gap year": non sapendo quale sarebbe potuto essere il loro futuro, molti ragazzi si sono dedicati ad un anno sabbatico in cui svincolarsi da ogni legame con il passato per capire cosa voler fare della propria vita.
Ma i dati fanno emergere una nuova realtà:
  • professionisti che guardano all'estero come nuovo sbocco lavorativo
  • sempre più aziende che si trasferiscono oltreconfine
  • esercenti che chiudono la propria attività in Italia per aprire nuove attività all'estero
  • pensionati che si trasferiscono all'estero per godere di tutti i vantaggi che derivano da questa scelta
  • giovani che partono ben consapevoli che è all'estero che vogliono iniziare una carriera o una attività
L'emigrazione ha sempre contraddistinto il dna degli italiani e non va affatto vista in senso negativo: da ogni "crisi" si devono cogliere le opportunità, non vedere solo le negatività. A differenza dell'emigrazione degli anni '50 che era basata sulla miseria di un popolo, quella degli anni 2000 offre nuovi spunti di riflessione. Infatti chi sta prendendo in considerazione questa opportunità può scegliere il paese che offre le migliori condizioni possibili per le proprie esigenze.. e questo non va affatto sottovalutato!

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