Sfiduciati, con le tasche sempre un po’ più vuote e desiderosi (potendo) di cambiare aria. E’ un ritratto poco incoraggiante del Belpaese e dei suoi abitanti quello tratteggiato dall’Eurispes nel “Rapporto Italia 2015″. Quattro italiani su 10 (40,1%) pensano che sarebbe meglio uscire dall’Euro, segnalando che a inizio 2014 la quota di delusi dalla moneta unica si attestava al 25,7%. Il 55,5% degli euroscettici è convinto che l’Italia debba uscire dall’euro perché sarebbe la moneta unica il motivo principale dell’indebolimento della nostra economia.
(blog.visiotrade.com)
Il peggioramento delle condizioni economiche delle famiglie italiane. I numeri sono impietosi: la condizione economica delle famiglie è peggiorata nel 76,7% dei casi e quasi un cittadino su due (il 47,2%) ha difficoltà ad arrivare a fine mese e deve attingere ai propri risparmi per far quadrare i conti. Il 55,7% del campione non crede nella ripresa, il 33,9% pensa che la situazione resterà stabile e appena il 4,6% (poco più della metà dell’anno scorso) è ottimista. Per queste ragioni, è in crescita il numero di coloro che non si sentono in grado di dare garanzie alla propria famiglia con il proprio lavoro (64,7%). Eurispes aggiunge che il 28% di chi lavora deve ricorrere all’aiuto di genitori e parenti. Inoltre, secondo l’indagine, riuscire a risparmiare qualcosa in futuro è un miraggio per 8 italiani su 10. Per il 38,5% “certamente no”, per il 41,2% “probabilmente no”. Sette italiani su dieci (71,5%) hanno visto nell’ultimo anno diminuire nettamente o in parte il proprio potere d’acquisto, un dato in linea con quanto rilevato nel 2014 (70%). Dall’inchieste emerge che l’82,1% dei cittadini ha ridotto le risorse per i regali, l’80,8% ha tagliato sui pasti fuori casa, il 74,7% ha tagliato le spese per viaggi e vacanze, l’80,1% ha ridotto quelle per articoli tecnologici (+8,5%).
I costi per la casa e per la spesa medica costituiscono un serio problema, crescono le rateizzazioni. Il 73,1% di chi ha contratto un mutuo di acquisto ha difficoltà a pagare le rate, e il 69,6% di chi è in affitto non riesce a saldare regolarmente il canone. Un preoccupante 40,9% non ce la fa nemmeno a sostenere il costo delle spese mediche: inevitabile che uno su tre (il 33,3%) negli ultimi tre anni abbia chiesto un prestito bancario. Aumentano, così, le rateizzazioni per far fronte alle spese mediche: nel 2014 il 46,7% degli intervistati ricorre alle rate per pagare cure mediche, si tratta di un incremento di 24,3 punti percentuali rispetto al 2013. Si pagano a rate anche automobili (62,4%), elettrodomestici (60,4%), computer e telefonini (50,3%).
Cresce, in compenso, il partito dei nostalgici della lira e la sempre maggior crescita del numero di italiani che si trasferirebbe all’estero. Il 40,1% dei residenti pensa che dovremmo uscire dall’euro (un anno fa era il 25,7%). Il “Grande Fardello”, un mix oppressivo di fisco e burocrazia, è il vero gancio che trattiene l’Italia: il 39,5% dei residenti considera una sfortuna viverci anche se quasi la metà degli italiani (il 45,4%) si trasferirebbe all’estero se ci fossero le condizioni. La percentuale, soprattutto a causa della crisi economica e delle difficoltà per chi cerca lavoro in Italia, è cresciuta di quasi otto punti dal 2006. “I dati appaiono come una conferma del fatto che oggi le condizioni di vita nel nostro Paese sono più difficili che in passato per molti cittadini al punto da indurre una parte di loro a valutare l’opportunità di trasferirsi”. La ricerca di maggiori opportunità di lavoro (32,1%) è la motivazione più sentita per cui si è disposti a cambiare vita e paese, seguita dalla speranza di maggiori opportunità per i figli (12,2%) e dalla ricerca di più garanzie sul futuro.
Continua a calare anche la fiducia nelle istituzioni, eccezion fatta per forze dell’ordine. Nuovi passi indietro per Parlamento (10,1%, il 6% in meno rispetto al 2014) e, soprattutto, la magistratura, che crolla dal 28,8% al 12,6% dei consensi. Il più amato è, senza rivali, Papa Francesco: il Pontefice venuto dalla fine del mondo traghetta la Chiesa nel Terzo millennio con un consenso quasi plebiscitario, l’89,6%.
Restiamo un popolo di “iperconnessi”: il 67% ha uno smartphone, il 59,9% acquista on line, il 53% controlla il proprio conto bancario e tutti o quasi (il 95,7%) hanno un profilo Facebook, salvo poi confessare di sentire violata (il 43,1% degli interpellati) la propria privacy. (AGI)