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Ma l’Italia ha un problema reputazionale?
Vi ricordate come è iniziato il 2014? Con la famosa frase pronunciata dall'allora sindaco di Firenze: Enrico stai sereno! Dopo poche settimane Renzi divenne Primo Ministro al posto del collega di partito, quasi senza colpo ferire e con un programma rivoluzionario per noi italiani: in 100 giorni avremmo avuto tutte le riforme promesse e mai realizzate nei venti anni precedenti.
Poi i giorni da 100 sono diventati 1.000 e il cammino riformista del Premier ha dovuto fare i conti con l’italica realtà, abbandonando il magico mondo dell’adolescenza e della gioventù dal quale il nostro leader e i suoi fedeli leopoldini sono stati generati ed hanno mosso i primi passi.
Come può essere credibile uno Stato che propone tre Governi in tre anni?
Come può essere attendibile un Premier che quando faceva opposizione interna al PD di Bersani e Letta si dichiarava a favore del mantenimento dell'art.18 e da Primo Ministro propone la sua abolizione nel Job Act? In questi mesi, sul fronte interno, a cosa abbiamo assistito? La riforma della legge elettorale è stata solo abbozzata, quella istituzionale neppure. La riforma del lavoro ancora da riempire di contenuti. La spending review ferma al palo dopo la vendita di 10 auto blu. Gli 80 euro non hanno generato il volano previsto e l'economia è in completa stagnazione.
Per quanto riguarda la politica estera, sinceramente dal semestre europeo a guida Renzi ci si aspettava qualcosa di più. Sul tema Ucraina vi è stato il completo appiattimento sulle posizioni statunitensi, provocando tra l’altro proprio alle imprese italiane un importante danno economico e creando con la Russia di Putin un congelamento delle relazioni bilaterali Europa – Russia che potrebbe spingere in futuro i russi a guardare più verso oriente che verso occidente.
La situazione nel Mediterraneo è completamente fuori controllo e quello che sta accadendo in Paesi come la Libia, a due passi da casa nostra, è sotto gli occhi di tutti. Francamente non si capisce cosa si stia aspettando per affrontare la questione: forse la creazione di un nuovo califfato dell’Isis in Cirenaica? Infine la situazione dei due militari italiani ancora prigionieri in India è lontana dall'essere risolta. Anche in questo caso il Governo Renzi non è riuscito ad imprimere quella svolta che noi tutti ci aspettavamo e che avrebbe tra l’altro giovato moltissimo in termini di immagine al nostro Paese.
I problemi veri dell'Italia di fine 2014 sono ancora tutti fermi al palo: la riforma della giustizia ed in particolare la rapidità nell’esecuzione dei processi e la certezza della pena. Due aspetti che portano con se' la lotta alla corruzione che ci vede anche quest'anno maglia nera in Europa, senza considerare l’ultima inchiesta che sta riguardando il comune di Roma. La riforma della pubblica amministrazione, vera piaga del Paese e responsabile dei mancati investimenti esteri nel nostro Paese, altro che articolo 18. La riforma generale del fisco che dovrebbe però essere affrontata a livello dei Ministri delle Finanze europei, se vogliamo tenere in considerazione il recente scandalo che ha colpito il nuovo Presidente della Commissione.
La lotta ai centri di potere economici e finanziari (oligopoli si chiamavano una volta, prima della loro abolizione sulla carta) che ancora esistono e dettano la propria linea ai Governi. Un caso per tutti: il prezzo del barile di petrolio è sceso del 30% da inizio anno, mentre il prezzo alla pompa di benzina e GPL è stabile, granitico. Qualcuno nel Governo Renzi si è accorto di questo fatto oppure tutti i membri dell'esecutivo usano la bicicletta per gli spostamenti?
Insomma, cose da fare in Italia ce ne sono tante e forse non basterebbero neppure 1.000 giorni per portarle a termine tutte. Quindi non hanno totalmente torto le società di revisione che rivedono al ribasso il nostro rating. Ed anche la cancelliera Merkel avrà sbagliato la forma, ma nella sostanza ha un po’ di ragione nell'affermare che i cambiamenti reali visti quest'anno in Italia sono oggettivamente pochini.
La reputazione di Renzi è ad un bivio: o riesce nei prossimi mesi a portare a casa qualche risultato concreto sul piano delle riforme che però produca anche effetti concreti sui risultati economici, oppure gli italiani lo abbandoneranno. Gli ultimi sondaggi effettuati mostrano che la popolarità del Premier è in discesa, dal picco massimo toccato alle europee, ma dicono anche che secondo una maggioranza crescente, gli italiani ritengono che la punta più bassa della curva della crisi sia alle spalle.
Non sappiamo su quali basi razionali poggi questa convinzione, ma ci fa piacere sapere che la maggioranza degli italiani, dopo cinque anni, si sia stancata di tifare per i gufi e stia guardando ad altri animali.
Italiani state sereni: tra poco sarà Natale e sono in arrivo Babbo Natale con le sue renne. Dopo Renzi potremmo affidarci a lui e il nuovo animale di moda non avrà più le ali, ma le corna.
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