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Italians, ovvero quando l’America è oltre le Alpi

Creato il 07 settembre 2014 da Simo785

A cura di: Scare82

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Marco Verratti con la maglia dei francesi del P.S.G.

Una volta era molto ma molto difficile trovare giocatori italiani, spagnoli e inglesi giocare all’estero. Vuoi per le caratteristiche dei campionati e dei giocatori vuoi per il blasone dei campionati che attiravano sia calciatori esteri che nazionali. Se per gli inglesi questo è ancora valido (agli ultimi mondiali l’unico convocato estero è stato Forster portiere del Celtic in Scozia), per gli spagnoli e in misura minore per gli italiani è caduto questo tabù. Per quel che riguarda gli spagnoli ormai sembra essere la moda del momento avere uno o più iberici in squadra. In Inghilterra la colonia di giocatori spagnoli conta ormai decine di membri, mentre in Italia il fenomeno spagnolo si va ampliando soprattutto nelle ultime due stagioni. Valero, Llorente, Callejon, Torres, Albiol sono i maggiori campioni presenti nel nostro campionato. E gli italiani?

Gli italiani all’estero stanno aumentando in questi anni, anche se considerata la presenza massiccia di stranieri nel nostro campionato questo fenomeno è ancora limitato. Fino a qualche anno si andava all’estero per finire la carriera con contratti dorati, ora invece si va all’estero per iniziare la carriera o consacrarsi. Molti dei nostri giovani si stanno affermando nei campionati esteri e non è per nulla scontato che poi ritornino nella nostra disastrata Serie A. Mannone, Donati, Caldirola, Rossi e Verratti praticamente non hanno mai visto il massimo campionato italiano (giusto Donati una decina di presenze con il Lecce nel 2010) ma si stanno affermando come titolari e alcuni come campioni nelle rispettive squadre. Altri calciatori di primissimo piano che sono andati all’estero per cercare di consacrarsi definitivamente sono Sirigu, Santon, Criscito, Immobile, Cerci, Borini, Pellè, Bocchetti e Balotelli. Molti di questi disputeranno la prossima Champions League da titolari in squadre con qualche velleità di vittoria o di arrivare almeno alla fase ad eliminazione diretta.

Molti dei nostri migliori giovani scelgono di andare a fare le giovanili in campionati esteri, sicuri che il trattamento riservatoli in questi campionati sia migliore di quello che troverebbero in Serie A. D’altronde la Serie A non è un campionato per giovani italiani. E anche la nazionale ne soffre parecchio non essendo riuscita ancora ad avere il cambio generazionale dei campioni del 2006. I tecnici federali dovranno per forza di cose nei prossimi anni tenere d’occhio i maggiori campionati europei e non solo la Serie A come è successo fino ad adesso.

Certo, ci sono sempre i casi di giocatori affermati che scelgono l’estero, e molto spesso l’esotico per soldi o per un’esperienza di vita diversa, come Gilardino e Diamanti in Cina oppure la colonia italiana che si era formata a Toronto (Corradi, Nesta, Ferrari, Di Vaio).

E gli allenatori? Anche loro sono sempre più attratti dall’estero che dal nostro campionato. Ancelotti è campione d’Europa in carica con il Real Madrid, prima aveva allenato con ottimi risultati Chelsea e P.S.G., Mancini è passato dalla panchina dell’Inter a quella del Manchester City e poi al Galatasaray senza minimamente pensare di tornare in Italia, Spalletti finita l’esperienza in Russia con lo Zenit aspetta una chiamata da un top club europeo e Capello è il C.T. più pagato al mondo, dopo essere passato dalla panchina dell’Inghilterra a quella della Russia.

Una volta si diceva che molti venivano in Italia per trovare l’America, ora invece è l’esatto contrario, Per trovare l’America, almeno dal punto di vista calcistico, bisogna valicare le Alpi

 


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