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Ivo De Palma: “Doppiare Pegasus sempre stimolante. Il doppiaggio va reinventato”

Creato il 27 gennaio 2015 da Oggialcinemanet @oggialcinema
Doppiatore di amatissimi personaggi dei cartoni animati, come Pegasus de I Cavalieri dello Zodiaco o Mirko di Kiss Me Licia, Ivo De Palma si racconta su Oggialcinema.net confessando le emozioni provate tornando a doppiare Pegasus, questa volta al cinema ne I Cavalieri dello Zodiaco – La leggenda del Grande Tempio. Inoltre, il doppiatore ha fatto il punto della situazione sul doppiaggio italiano dei nostri giorni.Pegasus de I cavalieri dello Zodiaco è un personaggio amatissimo nel mondo degli anime. Dopo tanti anni, come ci si sente a tornare a doppiare questo personaggio e soprattutto al cinema? Beh, non sono passati così tanti anni, perché vi ricordo che ho doppiato Pegasus anche nella serie di Ade, molto più recente rispetto alla serie classica. Dopodiché, ci si sente sempre un po’ sotto esame, su un ruolo del genere, sia perché le attese degli appassionati sono sempre grandi, sia perché i personaggi dei cartoni animati sono sempre giovani, o addirittura sembrano, come in questo caso, più giovani, mentre noi non abbiamo la stessa fortuna. Ogni volta, fino a questo momento, è sempre stata una grande sfida e, per fortuna, una piacevole conferma.E’ il tuo personaggio preferito o ce n’è qualche altro che lo batte? Pegasus è un personaggio importante, nella mia storia professionale, per vari motivi che ho più volte spiegato. Ma ve ne sono anche altri che mi piacciono, come Devilman, nei tre OAV (quindi non nella serie televisiva, dove aveva un’altra voce), Kanbei Shimada (Samurai 7), il dottor Muraki (Eredi del buio), Soji Mikage (Utena), Fuma Mono (X), Suitengu Choji (Speedgrapher), e naturalmente Toki (fratello di Kenshiro) che ho doppiato non nella serie classica ma nella più recente trasposizione cinematografica.Altro personaggio storico a cui hai prestato la voce e proveniente dal mondo dei cartoni animati è quello Mirko in Kiss me Licia. Cosa ti è piaciuto e cosa ricordi con nostalgia di questo personaggio? È stato il mio primo protagonista, quindi è legato ai miei ricordi di inizio carriera, un periodo che aveva un che di magico per comprensibili motivi. Non lo metto tra i miei preferiti solo perché ero ancora inesperto, all’epoca, e quindi non ho potuto dare il massimo, dal mio punto di vista. Che non è quello del pubblico, che lo apprezza comunque così come l’ho reso, con la mia voce e la mia esperienza di allora.I cavalieri dello zodiacoPer quale personaggio, che non hai mai doppiato, rinunceresti al tuo preferito? Sono talmente tanti, che dovrei riscrivere la mia carriera. Ma diciamo che sono soddisfatto di come siano andate le cose, tutto sommato.Il tuo nome è legato soprattutto a serie animate e videogiochi. E’ stata una tua scelta? Cosa ti affascina maggiormente di questo tipo di doppiaggio? No, non è stata una mia scelta. È andata così. Nella piazza in cui lavoravo (Milano) all’epoca imperversava quel tipo di repertorio. Mi è andata bene, perché avevo l’età e la voce giusta per approfittare alla grande di una stagione irripetibile. Il bello di questo doppiaggio è che resta a lungo più caro nell’immaginario di molta parte del pubblico, quello legato all’infanzia. Quindi le nostre voci hanno un posto di assoluto rilievo nel cuore di quasi tutti.Tu hai vissuto una sorta di cambiamento nel mondo del doppiaggio? Secondo te cos’è cambiato di più da quando hai cominciato a doppiare? Perché al giorno d’oggi il doppiaggio è spesso snobbato mentre prima sembrava più indispensabile? Artisticamente parlando, abbiamo un pubblico più consapevole, il che di per sé non è un difetto, diventa anche molto più esigente, e questo è un bene nella misura in cui ci spinge a non scendere a compromessi in fatto di qualità. Chi poi è ora talmente consapevole da non aver più bisogno del nostro servizio, non è più il pubblico cui ci rivolgiamo, tutto qui. Ma resta comunque una minoranza.Come reputi il doppiaggio odierno? Quali sono, secondo te, i punti deboli e i punti di forza? Ogni generazione tende a considerare i propri anni ruggenti come irripetibili. Comunque, i problemi del doppiaggio odierno sono legati alle prassi di lavorazione. È un mestiere che va reinventato alla luce della crisi, che non ci ha risparmiati, e delle mutate dinamiche ed esigenze di mercato. Il contratto nazionale è in corso di riscrittura proprio in questi mesi. Vedremo.Di Francesco Sciortino per Oggialcinema.net

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