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James Rodriguez, “El Pibe”

Creato il 08 luglio 2014 da Simo785

A cura di Alice Radice

Profondi e vispi occhi marroni e fisionomia del viso che tradisce le origini colombiane. James David Rodriguez Rubio, trequartista del Monaco e della Nazionale colombiana, ha decisamente fatto parlare di sé durante i Mondiali in Brasile.

James Porto

James Rodriguez con la maglia del Porto

Nasce il 12 luglio del 1991 a Cùcuta, figlio dell’ex calciatore professionista Wilson Rodriguez, che lo incanala sin da bambino nel mondo del calcio. Milita nell’Academia Tolimense fino all’età di tredici anni, periodo in cui viene acquistato dall’Envigado, grazie al riconoscimento di capocannoniere e miglior giocatore del Torneo Nacional Ponyfùtbol. Debutta due anni dopo nella Categoria Primera A, massima divisione colombiana, dimostrando da subito grande personalità, arrivando a giocare 55 partite in due stagioni e mettendo a segno ben 20 reti. A sedici anni debutta poi nella nazionale Under-17, mettendosi in luce con ben tre reti all’attivo. I club esteri iniziano così a monitorare il giocatore, che nel 2008 passa al Banfield, squadra della massima serie argentina. Dopo un primo anno di adattamento, viene schierato titolare sempre più spesso (38 le partite giocate e 9 i gol siglati), aiutando la squadra a vincere il Torneo di Apertura.

Nonostante la giovane età, il nome di James inizia a dilagare anche nel calcio europeo. Suonano per lui sirene di mercato allettanti, ma, nel 2010, è il Porto ad ottenere il 70% del cartellino del giocatore con una clausola rescissoria di ben trenta milioni di euro. Durante la stagione 2010/2011 il ragazzo dà il suo contributo siglando 2 gol in 15 partite in campionato che aiutano il Porto a vincere il titolo. Inoltre, conquista anche l’Europa League e la Coppa del Portogallo, in cui segna una tripletta. Partecipa inoltre al Torneo di Tolone 2011 con la Colombia Under-20, manifestazione in cui brilla aiutando la squadra ad aggiudicarsi il trofeo, guadagnando l’ammirazione di Alvarez, tecnico della Nazionale maggiore, per cui viene convocato lo stesso anno. Positiva la sua seconda stagione al Porto, esordisce in Champions League e vince nuovamente Coppa di Portogallo e campionato, giocando più spesso e segnando più reti (13 in 25 match). Durante la stagione 2012/2013 si rende protagonista per la conquista del terzo scudetto consecutivo e gioca tutte le partite in Champions League, dalla quale esce agli ottavi contro il PSG.

La sua esperienza in Portogallo si conclude nel 2013, quando il Monaco, neo promosso in Ligue 1, lo acquista (insieme al compagno Joao Moutinho) per una cifra totale di 70 milioni di euro. Schierato da trequartista, mette in mostra sempre più le sue doti, contribuendo alla conquista del secondo posto in campionato con 9 gol in 31 partite.

 

James consolato da D.Luiz dopo il match mondiale contro il Brasile

James consolato da D.Luiz dopo il match mondiale contro il Brasile

Sono però i Mondiali 2014 a farlo definitivamente conoscere al panorama calcistico mondiale. Con i suoi 5 gol (notevole la doppietta contro l’Uruguay agli ottavi) trascina letteralmente la Colombia ai quarti, traguardo mai raggiunto prima. La squadra deve poi piegarsi ai padroni di casa, i brasiliani, ma può comunque uscire a testa alta, James in prima linea, che con il sesto gol contro il Brasile rimane, per ora, il miglior marcatore del mondiale.

Durante la sua breve ma intensa carriera, James viene utilizzato da trequartista, ruolo in cui riesce a esprimere al meglio le sue doti. Mancino, dotato di un fisico notevole (180 centimetri per 78 kg), ha una buonissima tecnica individuale, che lo rende pericoloso sui calci piazzati. Rapido, salta agilmente l’uomo e ha una grande visione di gioco, doti che gli permettono di siglare gol importanti.

Insomma, James Rodriguez, durante i Mondiali, è stato la stella che non ti aspetti, la sorpresa più piacevole. Ha intrattenuto il mondo con le sue giocate ed è stato addirittura definito dall’ex campione Carlos Valderrama la stella della Nazionale. In più lo stesso ha affermato che gli può essere donato l’appellativo “El Pibe” (il ragazzino), nomignolo con cui era conosciuto Valderrama. I presupposti quindi ci sono tutti, non resta che sperare che il talento colombiano classe 1991 si riconfermi a questi livelli, deliziandoci ancora.


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