Regia di Anton Giulio Majano, con Ilaria Occhini (Jane Eyre), Raf Vallone (Edward Rochester), Wanda Capodoglio (Zia Reed), Matteo Spinola (Jack Lloyd), Margherita Bagni (signora Fairfax), Maria Zanoli (Grace Poole)
La giovane Jane Eyre, orfana, è cresciuta in casa degli zii. Alla morte dello zio la crudele zia che non l’ha mai sopportata la manda all’orfanotrofio, dove Jane cresce e riceve l’istruzione necessaria per diventare istitutrice. Diventata adulta, viene assunta dal nobile Edward Rochester per occuparsi di Adele, una piccola orfana di cui si è fatto carico. Nonostante il fare misterioso del suo datore di lavoro e altrettanto misteriosi rumori che risuonano ogni tanto nella magione di Tornhfield Hall, Jane si trova benissimo, tanto da conquistarsi prima la stima e poi l’amore (ricambiato) del duro Rochester. Ma quello che sembrerebbe un lieto fine è solo l’inizio di un periodo durissimo, in cui vengono a galla rivelazioni sul turbinoso passato di Rochester che mettono alla prova l’amore tra di loro.
Versione RAI del capolavoro di Charlotte Bronte, venne realizzato un anno dopo lo sceneggiato CIME TEMPESTOSE, anch’esso tratto dal romanzo omonimo di Emily, sorella di Charlotte. Le somiglianze tra le due versioni TV ci sono, nonostante i due diversi registi (qui Anton Giulio Majano, lì Mario Landi): soprattutto sono nei titoli di testa, ancora con scroll a mano, ancora con effetti sonori stile “film dell’orrore classico”. Ma anche in certi cambiamenti “buonisti” rispetto alla storia originale (vengono eliminati i cugini di Jane che compaiono nell’ultima parte, la zia cattiva si pente prima di morire, le due sorelle non si odiano, Rochester è affettuoso e dolce con la piccola Adele); riguardo ai cambiamenti, oltre a quelli già segnalati, abbiamo l’introduzione di due personaggi inesistenti nel romanzo, il dottor Lloyd e suo figlio Jack, innamorato non corrisposto di Jane e suo fedele amico nei momenti di bisogno.
Ho trovato molto efficaci i due interpreti principali, Ilaria Occhini nel ruolo di Jane, che però forse fa trasparire poco la forza interiore del personaggio, a favore della dolcezza e del sentimento; e Raf Vallone nel ruolo del tormentato Rochester. Molto bravi anche gli interpreti di contorno, in particolare interessante vedere come l’attrice Wanda Capodaglio passerà nel giro di dieci anni dalla zia cattiva di Jane Eyre alla zia buona di David Copperfield (1966). Molto dolce la bimba che interpreta la piccola Adele, che qui ha un ruolo un pochino più significativo rispetto agli altri film e alla stessa storia.
Ottime ambientazione esterne ed interni, costumi e arredi. Atmosfere rese particolarmente bene, soprattutto nelle scene dove Jane sente le urla della pazza nascosta nella torre e non sa spiegarsi cosa siano… davvero da paura in taluni punti!
P.S: a causa della rarità dello sceneggiato e del fatto che è molto vecchio, sono riuscita a trovare in rete solo l'immagine postata. Mi scuso comunque per la sua scarsa qualità.
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