Cosa ci rimarrà (nel pop) di questi anni zero?
dopo un decennio (i tanto declamati anni 90) in cui la maggiorparte delle popstar di successo erano solo quattro sciacquette manovrate a bacchetta dalle majors, senza ne idee ne invettiva, ma solo brave a ostentare le proprie “grazie” e impregnare le pagine di gossip con scandali e orrendi scivoloni (vedi la Aguilera, Britney, Jessica Simpson, ecc…), e in un epoca in cui ormai anche Madonna, l’unica storica “diva”, dà ormai segni di senilità, si intravede una luce alla fine del tunnel, in un universo bramoso di vere icone pop e artiste con la A maiuscola.
Tre nomi? Janelle Monaè, M.I.A. e Lady Gaga.
Tre donne del music biz, che con un solo album, o poco più, hanno ridefinito ancora una volta il concetto di popstar, che a cavallo tra gli anni settanta e ottanta significava sapersi creare da sè il proprio personaggio, scriversi i pezzi da sole e avere anche qualcosa da dire, e magari creare pure un nuovo genere musicale, nato da miscele imprevedibili di tante sonorità diverse.
La prima è un volto nuovissimo, un sorta di incarnazione al femminile di James Brown incrociato con David Bowie, ma che cita da Debussy a James Bond, passando per Metropolis di Fritz Lang a La guerra dei Roses, e mescolando r’n'b, funky, dance-punk, jazz e pop, in un unico concept album d’esordio futuristico e assolutamente unico nella scena musicale commerciale di oggi: “The ArchAndroid”.
http://www.youtube.com/watch?v=pwnefUaKCbc
La seconda è un’ormai affermata eroina dell’elettro-clash mondiale, che dal suo esordio “Arular” del 2004, ha rivoluzionato qualsiasi concezione di musica per le masse. Cingalese e (pseudo) filo-terrorista, ha creato una musicalità fastidiosa e ingombrante, nonchè folle e irresistibile, a metà tra un’elettronica d’avanguardia e l’hip-hop più sornione, parlando di grandi temi con una sfacciataggine shockante, e giunta ora al terzo album omonimo, attraverso video ultra-violenti, arriva quasi in alcuni brani alla pura cacofonia.
http://www.youtube.com/watch?v=VE9rUHDXRFI (V.M 18, dovrete registrarvi per vederlo)
La terza la conoscono tutti: la nuova Madonna, la star del futuro, un nuovo Andy Warhol in gonnella del 2010, che investe ogni suo introito nella sua piccola factory, fatta di altri artisti e personaggi ambigui (come il fotografo David LaChapelle), per contribuire alla sua arte visiva (video musicali, scenografie
dei concerti, ecc…) e alla sua immagine spesso conturbante (come l’ultimo vestito, fatto interamente di carne bovina cucita su misura per lei apposta per una premiazione televisiva). Cantautrice e pianista dotata (sforna quasi un successo al mese, e scrive tutto da sè), sa recuperare benissimo dal glam-rock al pop ’80s, sino all’elettro-music odierna, restando il personaggio più chiacchierato degli ultimi anni.
Insomma non solo rock per chi anche oggi cerca qualcosa di davvero originale e creativo nella musica, ma “tre serpi in seno” a chi cerca di omologare tutta l’arte e appiattire la creatività.