Emiliana, classe 1992, segni particolari: un cecchino infallibile. Questa è in sintesi la presentazione di Jessica Rossi, la ragazza tutta d’oro che alle Olimpiadi di Londra ha vinto il titolo olimpico nel tiro al piattello, specialità Fossa Olimpica. All’appuntamento con la gloria ci è arrivata da assoluta favorita, dopo che negli ultimi anni aveva inanellato record su record fin dalle gare juniores, dove divenne campionessa mondiale a 15 anni, con il fucile intestato a mamma perchè la minore età non le consente di comprarne uno tutto suo.
C’era grande attesa per questa ragazzina che sembra abitata da due anime diverse: l‘una, quella agonistica, che la rende fredda e spietata, immune a ogni emozione, concentrata su quel piattello da fare a pezzi col suo fucile; l’altra quella della ventenne della porta accanto, che ride, ti travolge con la sua parlantina, che chiede notizie del suo adorato coniglio Cocco, che ama la famiglia, il suo fidanzato (Mauro De Filippis, anch’egli tiratore) e la sua terra, l’Emilia, che proprio in quei giorni affrontava le durezze del post terremoto e a cui vuole dedicare la medaglia. Nel trap londinese è emersa in tutta la sua prepotenza la prima anima di Jessica: 91 piattelli centrati di seguito prima del primo ed unico errore che le toglie la soddisfazione della gara perfetta all’esordio olimpico, mentre le avversarie ad una ad una non riuscivano più a reggere il suo passo. Alla fine saranno 99 i piattelli centrati, che significa abbinamento oro e record mondiale.
Sul podio, mentre l’inno nazionale suonava tutto per lei, nemmeno una lacrima, nemmeno un’emozione: a soli vent’anni, per Jessica vincere un’Olimpiade è la cosa più naturale di questo mondo. Un po’ meno lo è per i media parlare di lei, tanto che la stessa Jessica, lingua lunga da buona emiliana, non le manda a dire, domandando senza troppi giri di parole dove fossero finiti in questi anni in cui lei e il suo fucile conquistavano il mondo a suon di piattelli sbriciolati.
OA | Alessandro Gennari