Infatti i grandi radiotelescopi europei svolgono regolarmente campagne di osservazione in Very Long Baseline Interferometry, al fine di esplorare l’universo con la più alta risoluzione angolare possibile, mappare lenti gravitazionali, risolvere esplosioni di supernova, individuare buchi neri e misurare i campi magnetici di stelle appena nate.
Per ottenere la massima risoluzione e sensibilità possibile, la EVN comprende radiotelescopi situati non solo Europa, ma anche in Asia, in Sud Africa e nelle Americhe. Perno della rete è JIVE, struttura fondata 20 anni fa che combina i segnali provenienti da tutti i telescopi su un supercomputer dedicato, mettendo poi i risultati a disposizione degli astronomi di tutto il mondo.
La decisione della Commissione consentirà a JIVE di svolgere il suo compito come infrastruttura di ricerca internazionale. Questo darà molti vantaggi amministrativi e le esenzioni fiscali di cui godono le principali organizzazioni internazionali, semplificando inoltre le procedure. Inoltre il nuovo assicura a JIVE il finanziamento per il successivo ciclo di 5 anni.
«Il consorzio JIVE – spiega Luigina Feretti direttrice dell’Istituto di Radioastronomia dell’INAF e attuale chairman del board JIVE – è una fondazione costituita nell’ambito della legge olandese con la missione principale di gestire e operare il Correlatore VLBI dell’European VLBI Network (EVN), oltre al supporto degli utenti EVN e agli sviluppi tecnologici in ambito radioastronomico VLBI, acquista una nuova forma legale, cioè diventa un’infrastruttura della Commissione Europea (ERIC). La costituzione del JIV-ERIC è un grande successo ed è un passo molto importante per il VLBI europeo».
«INAF – conclude Luigina Feretti – che fa parte del JIVE per l’elaborazione di dati VLBI presi con le antenne di Medicina, Noto e SRT, ha espresso profondo interesse ad aderire al JIV-ERIC e sta attivando le procedure necessarie».
Fonte: Media INAF | Scritto da Redazione Media Inaf