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Poco spazio alla compilazione storicistica della sua vita in compenso ci si concentra sull'uomo e sul suo carattere spigoloso, ruvido ma rischiarato da lampi di pura genalità.
E' un biopic abbastanza sui generis questo Jobs perchè gli avvenimenti della sua vita non assumono un'importanza così centrale nella narrazione.
Quello che è importato al regista Joshua Michael Stern e al suo sceneggiatore Matt Whiteley ( al suo esordio) è stato di consegnare al pubblico un ritratto privato di un uomo guardando soprattutto ai coni d'ombra dei suoi rapporti interpersonali, piuttosto problematici per usare un eufemismo.
Si sfugge certo al rischio che poteva esserci di fabbricare un'agiografia ad uso istantaneo di una delle figure decisive nel progresso tecnologico di questi ultimi anni, un uomo con delle idee rivoluzionarie e geniali, ma alla fine per uno che non sa bene chi fosse in realtà Steve Jobs , questo biopic aiuta ben poco perchè è molto, forse troppo parziale.
In Jobs intuiamo l'uomo dietro il genio ma ne arriviamo a sapere ben poco, non riusciamo in realtà a capire quale sia la portata delle sue idee rivoluzionarie. Vediamo una specie di dittatore barbudo ( almeno nella prima parte) che guida un gruppo di geni dell'informatica a fare il lavoro sporco, a sviluppare la sua idea, ma in realtà lui non sembra avere parte attiva nella realizzazione del suo progetto.
E' sua l'ideazione e il marketing, il resto lo fanno gli altri.
Vediamo una sfilza di consigli di amministrazione che spostano pedine e obiettivi e lui che fatica a stargli dietro perchè vuole essere sempre avanti.
Un uomo solo al comando.
Anche quando viene estromesso da Apple e lo ritroviamo che , in pochi secondi di film , ha creato la NEXT computers e sposato per giunta.
Basta questo a definire Steve Jobs un genio dei nostri tempi?
Ecco, leggendo magari la pagina di Wikipedia si intuisce molto meglio chi fosse, vedendo solo il film assolutamente no.
E non basta neanche l'impegno di Ashton Kutcher, in una prova realmente di grande maturità, anche inaspettata da un attore "leggero" come lui, che arriva alla mimesi totale col personaggio, si vedano i dettagli della camminata particolare di Steve Jobs o il suo modo di gesticolare, magari un po' troppo sottolineati nel corso della pellicola.
Jobs non è un film da buttare via,è ottimamente confezionato, ma gli manca la scintilla che illuminava The Social Network in cui si comprendeva perfettamente la portata della rivoluzione portata da Zuckerberg.
E soprattutto gli manca quel filo di emozione che permette di apprezzare questo particolare genere di film,le biografie di donne e di uomini che ancora non sono scritte nei libri di storia e che forse non lo saranno mai.
Si comprimono e si omettono avvenimenti forse fondamentali per capire meglio chi fosse Steve Jobs nel tentativo di fornirne un ritratto originale, di far intravedere il dietro le quinte.
Ma in questo modo il biopic perde forza e significato.
Non aiuta neanche una regia senza grossi lampi di genio.
Gli stessi che hanno illuminato la vita di Steven Paul Jobs.
( VOTO : 6 / 10 )
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