Di Consiglia Grande. Matteo Renzi ha intenzione di presentare un nuovo emendamento per il Job Act, meno forte di quello proposto dalla minoranza Pd, per cercare di bilanciare il malcontento dei Forzisti di centrodestra. Poletti in proposito dichiara che «la legge delega della riforma del lavoro prevede la possibilità del reintegro per i licenziamenti disciplinari, ma solo per casi particolarmente gravi e determinati».
Poletti ad oggi discuterà del testo con gli alleati di governo e le personalità influenti del Pd. Ma la condotta è quasi obbligata: è già previsto scompiglio e la frattura del pd sembra acuirsi sempre di più. Per cui anche la semplice ammissione di un emendamento andrebbe votata a fiducia.
Al Palazzo Chigi qualcuno propone vie traverse: se tutto si complica, c’è sempre la strada del decreto legge; anche perché è ovvio che a noi farebbe più gioco un decreto immediatamente operativo, senza aspettare i tempi della delega e dei relativi decreti di attuazione.
Intanto lo stesso premier riscuote successo alla Guildhall, il municipio della City di Londra, comunità finanziaria della capitale europea: Il cambiamento in Italia è appena iniziato: abbiamo fatto tanto in sette mesi, possiamo essere soddisfatti di ciò che abbiamo raggiunto, ma dobbiamo fare di più, dobbiamo completare le riforme. Il cambiamento permetterà all’Italia di essere una protagonista forte dell’economia mondiale, abbiamo grandi ambizioni e siamo sicuri che se faremo le riforme in questi dieci anni l’Italia sarà il Paese guida dell’Europa.
Ma d’altronde nessuno mai aveva mai messo in discussione le qualità oratorie del nostro premier. Sarà quello che ancora giustifica il 40 % dei consensi alle scorse Europee.