Magazine Cinema

Jobs, la colonna sonora per sentire cosa c’era nell’iPod di Steve Jobs

Creato il 13 novembre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

La colonna sonora di Jobs merita attenzione principalmente per una ragione: ci permette di scoprire, almeno in parte, cosa c’era nell’iPod di Steve Jobs. Se Jobs come film è piuttosto deludente, un biopic molto classico che non riesce a rendere al meglio un personaggio sempre innovativo e avanti rispetto ai tempi come il co-fondatore di Apple, la soundtrack del film non è affatto male. Anche in questo caso non ci troviamo di fronte a niente di rivoluzionario, però se non altro questa soundtrack ci consente di dare un’occhiata e soprattutto un ascolto ad alcuni artisti che Steve Jobs amava particolarmente.

È curioso notare come il genietto che ci ha regalato l’iPod e altri prodotti tecnologici all’avanguardia avesse dei gusti musicali parecchio tradizionali. Il nome Apple prende ispirazione proprio dalla mela verde simbolo dei Beatles, “solo” il gruppo più famoso di tutti i tempi, che avevano anche chiamato la loro casa discografica Apple Records. Steve Jobs era poi un grande fan dei cantautori, così come dell’adult rock. Dei gusti molto classici che sono riflessi attraverso le canzoni scelte per accompagnare la pellicola diretta da Joshua Michael Stern e con protagonista un non troppo convincente Ashton Kutcher, nonostante la grande somiglianza fisica con Jobs.

Jobs, la cover della soundtrack

La copertina della colonna sonora di Jobs

Nella colonna sonora non può mancare naturalmente Bob Dylan, il preferito di Jobs, che aveva per lui quasi un’ossessione. Il grande cantautore americano è qui presente con “Boots of Spanish Leather”, bella ballad tratta da uno dei suoi album più celebri, “The Times They Are a-Changin’”. Altro giro, altro cantautore molto amato da Steve Jobs è Yusuf Islam, anche noto come Cat Stevens, il suo nome d’arte prima della conversione all’Islam, che compare con ben due brani dal suo vasto repertorio: “Peace Train” e “You Can Do (Whatever)”, poste in apertura e chiusura di soundtrack. A rappresentare l’anima più rockettara del compianto inventore e imprenditore americano, scomparso il 5 ottobre del 2011 all’età di appena 56 anni, ci pensano invece artisti e band anni Settanta come i REO Speedwagon e Joe Walsh, insieme a un classico della musica anni Sessanta come “House of the Rising Sun”, qui proposta dai Brymers.

Non manca infine anche un tocco di musica classica, con un paio di brani di Bach e Chopin che, insieme allo score originale composto da John Debney, vanno a comporre una colonna sonora senza troppe sorprese. Una soundtrack quindi che non riesce a rendere l’originalità di un personaggio come Steve Jobs, ma che se non altro ci presenta alcuni dei suoi ascolti preferiti. Quasi come farsi un giro nel suo iPod personale.

Tracklist
1. “Peace Train” Yusuf Islam
2. “Allegro from: Brandenburg Concerto No. 3 – in G Major BWV 1048″ (18th century) Johann Sebastian Bach
3. “House of the Rising Sun” The Brymers
4. “Silver Ghost” Parish Hall
5. “Fantasie Impromptu in C-sharp minor, Op. posth. 66″ Frédéric Chopin
6. “Boots of Spanish Leather” Bob Dylan
7. “Scarborough Fair” Dylan McDonald & Cassidy Cooper
8. “There Were Times” Freddy Monday
9. “Sacrifice” The Brymers
10. “Life’s Been Good” Joe Walsh
11. “Roll with the Changes” REO Speedwagon
12. “Shine on Me” Matthew Cheadle
13. “Walk on the Ocean” Toad the Wet Sprocket
14. “You Can Do (Whatever)” Yusuf Islam

di Marco Goi per Oggialcinema.net

Ashton KutcherBeatlesBob DylanJobsSteve Jobs


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :