“La disciplina della mente e l’allenamento del corpo costituiscono l’essenza del jodo”. In questa frase risiedono in pratica la definizione e la spiegazione del jodo; sono parole molto chiare per chi si è avventurato nella scoperta di questa arte marziale, decisamente meno per i non addetti ai lavori. Fabio Lamparelli è nato a Carmagnola 23 anni fa e dal 2003 pratica il jodo nella società Shubukan Torino. Oggi l’abbiamo incontrato alla conferenza stampa di presentazione dei Campionati Europei, che domenica a Torino lo vedranno protagonista con la maglia azzurra, e ci ha introdotto nella sua disciplina, raccontandoci le origini ai confini della leggenda e lo svolgimento di un incontro. “Il jodo è un’arte marziale nata in Giappone nel 1600 dallo scontro di due samurai, uno armato di katana e uno con il bastone” spiega Fabio, “quest’ultimo ebbe la peggio ma gli fu risparmiata la vita; umiliato, si ritirò sulle montagne per studiare un utilizzo del bastone più efficace, capace di sconfiggere la spada. Dopo anni di esercizio e meditazione si ripresentò per un nuovo incontro e riuscì a pareggiare, dimostrando la bontà delle tecniche sviluppate”.
Non a caso il jodo viene praticato ancora oggi tramite duelli bastone contro spada (di legno, ma fedele alle originali katane), in cui gli atleti eseguono forme codificate (in giapponese kata) e vengono giudicati da arbitri che valutano la performance migliore, dal punto di vista tecnico e spirituale. “Non basta avere pulizia nei gesti ma si deve mostrare uno spirito combattivo migliore” continua Fabio Lamparelli, “non c’è contatto, non si indossano protezioni; la filosofia del jodo non è sopprimere l’avversario fisicamente ma controllarlo mentalmente”.
L’allenamento e l’evoluzione dei combattenti rispecchia questi principi; all’inizio si imparano le tecniche, con il passare del tempo diventa sempre più importante curare l’aspetto mentale. Lo sa bene il giovane azzurro, avviato nel jodo dal papà – maestro ben dieci anni fa e ormai giunto fino al quarto dan. Domenica al PalaRuffini disputerà il suo secondo Campionato Europeo, dopo quello di Londra cui prese parte nel 2011. A Torino si misureranno oltre 120 atleti; nutrita anche la rappresentativa italiana, che tra i 12 convocati schiererà altri due piemontesi oltre a Fabio, Nino Dellisanti e Filippo Graziano.
La manifestazione vedrà la partecipazione straordinaria di tre maestri giapponesi, arrivati in città per trasmettere la cultura, la storia, la tecnica e l’essenza de jodo. “La partecipazione è la prima vittoria” conclude Fabio Lamparelli, “qui a Torino arriveranno i migliori d’Europa, provenienti da paesi in cui questa disciplina ha più tradizione che in Italia. E poi nelle arti marziali vincere non è l’aspetto principale, è molto più importante essere soddisfatti di sé stessi e del proprio lavoro”.