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Jodorowsky: il santo civile

Da Marialuisapesce @marialuisapesce

[...] Per consegnarsi a Dio era proprio necessario eliminare la donna, la famiglia?

Ed io, pur essendo stato allevato come un ateo, potevo aspirare alla santità?

Ogni religione ha i suoi santi. Frater Maurus non avrebbe tardato a diventare un santo, ma c'erano anche i santi mussulmani, i santi ebrei detti "giusti", i santi buddhisti illuminati e così via. Le religioni si erano appropriate della santità. Essere santo significava rispettare i dogmi. Che cosa restava a noi che non avevamo nessuna bandiera teologica? A noi che per la nosra natura animalesca desideravamo unirci a una femmina? Impossibile credere che Dio avesse creato la donna cattiva soltanto per tentare gli uomini buoni. Se loro erano sacre quanto noi, anche la copula era sacra e se tale atto conduceva all'orgasmo, esso doveva essere accettato e goduto come un dono divino. Pensai che potevo diventare un santo civile: la santità non doveva necessariamente essere legata alla castità o alla rinuncia del piacere sessuale, base della famiglia.

Un santo civile poteva benissimo evitare di entrare in un tempio e non aveva nemmeno bisogno di venerare un dio con un nome e un immagine predefiniti.

Quest'uomo, con una coscienza non soltanto sociale, non soltanto planetaria, ma anche cosmica, essendo stato capace di andare al di là degli interessi esclusivamente personali, avrebbe saputo agire a vantaggio del mondo. Sentendosi unito all'universo, i dolori degli altri erano i suoi dolori, ma le gioie degli altri erano anche le sue gioie. Sapeva compatire ed aiutare il bisognoso, così come plaudire all'uomo di successo, sempre che questi non fosse uno sfruttatore. Il santo civile sentiva di possedere il pianeta: l'aria, le terre, gli animali, l'acqua, le energie di base erano suoi e si comportava come se fosse il padrone, badando sempre a non danneggiare le sue proprietà. Il santo civile era capace di generosi atti anonimi. Amando l'umanità aveva imparato ad amare se stesso. sapeva che il futuro della razza umana dipendeva da coppie in grado di raggiungere una relazione equilibrata. Il santo civile combatteva perchè venissero trattati bene non soltanto i bambini ma anche i feti: questi ultimi andavano protetti dalla coppia nevrotica che li aveva generati modificando la velenosa industria del parto.

E combatteva anche per liberare la medicina dalle grandi industrie che fabbricavano droghe più dannose delle malattie. Giungere alla bontà del santo civile- estraneo a ogni setta, dolcemente impersonale, capace di stare accanto a una moribondadi cui non conosce il nome con la stessa devozione che riserverebbe a sua figlia, a una sorella, a una madre- mi pareva impossibile. Ma ispirandomi ad alcune favole iniziatiche in cui gli eroi sono scimmie o pappagalli o cani, tutti animali che hanno il dono dell'imitazione, decisi di adottare la loro tecnica. Di copia in copia, un giorno sarei pervenuto all'azione autentica. [...]

Tratto da La Danza della realtà, di Alejandro Jodorowsky


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