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Puglia, Maria Odegitria e suggestioni di rito ortodosso. (Parte prima)

Creato il 27 settembre 2014 da Marialuisapesce @marialuisapesce
Quest'estate, visitando la Puglia, ho avuto modo di entrare in molte bellissime chiese.

La Cattedrale di Trani, con le sue delicate sfumature di rosa sullo sfondo dell'azzurro porto.La ricchissima varietà di edifici sacri, nel tipico barocco, a Lecce, dove scopro che la precedente Santa Patrona, Irene, venne soppiantata un po' brutalmente da Sant'Oronzo, con un certo disappunto da parte della guida turistica che ci mostra le parti salienti della città e che pare prediligere in particolare proprio la delicata ed essenziale chiesa dedicata alla Santa.La Cattedrale di Bari, dedicata a San Sabino, che si apre su piazza Odegitria.Ora, vale la pena di ricordare che Odegitria (colei che indica il cammino,  la giusta direzione, dal greco ὸδηγήτρια) è l'attributo dato nella devozione cristiano-ortodossa a Maria Vergine, chiamata anche Theotókos, sempre dal greco antico, Madre di Dio.La Puglia, e Bari in particolare, hanno avuto una lunga tradizione di scambi con l'Oriente.Nella Basilica di San Nicola, più precisamente nella cripta, sono autorizzati alla celebrazione entrambi i riti, il cattolico nella navata di destra, l'ortodosso nella navata di sinistra, dove troneggia una bellissima iconostasi lignea. L'iconostasi è la parete decorata con icone sacre che, sempre nel rito ortodosso, separa la navata dall'altare.Puglia, Maria Odegitria e suggestioni di rito ortodosso. (Parte prima)Proprio sotto l'altare riposano le spoglie di San Nicola, santo caro ad entrambe le tradizioni religiose.Puglia, Maria Odegitria e suggestioni di rito ortodosso. (Parte prima)Entrare nella cripta della Basilica di San Nicola può dare a uno smarrito pellegrino una reale dimensione di sacralità, che non si sperimenta ad esempio, in altri luoghi cari alla tradizione cristiana, come il Santuario di San Michele Arcangelo sul Gargano, ad esempio.Lì la dimensione della meditazione e della preghiera è stravolta da un barbarico afflusso turistico incurante del silenzio e della particolare sacralità del luogo, che si dice sia stato consacrato non per mano umana, ma dall'Arcangelo Michele in persona.Le donne di fede ortodossa arrivano silenziose e con il capo coperto, e spesso da lunghi foulards, si accostano all'iconostasi come all'oggetto più prezioso che possa esistere sulla terra, pregano con fervore con in mano minuscoli e deliziosi libricini da preghiera, con visi contratti in espressioni di supplica e penitenza.Puglia, Maria Odegitria e suggestioni di rito ortodosso. (Parte prima)Insomma, io mi sono vergognata del nostro modo un po' caciarone di entrare nei luoghi sacri e salutare il divino.Qualche anno fa mi trovavo in fila davanti a una ex stalla sulle colline di Assisi che, ristrutturata con molta cura e amore, era diventata il Tempio principale di una comunità di Quarta Via che si era stanziata in un gruppo di cascine tutt'intorno.La fila era lunga, il tempo scorreva lento, si trattava proprio, guarda caso, della solennità dell'Immacolata e attendevamo di entrare per assistere a una lezione del Maestro.Insomma, per farla breve, sembrava lo sportello delle Poste all'ora di punta: varie riflessioni sul pranzo, sulle vacanze, pettegolezzi, schiamazzi e risate come nella migliore tradizione italiana.Quando alla fine entrammo tutti, e, sempre ridendo e spettegolando, prendemmo posto fra cuscini e sedie, il Maestro arrivò e con aria un tantino irata ci ricordò che la sacralità di un posto è determinata dall'attitudine di chi vi entra e che, quel pomeriggio, la cascina era di nuovo diventata un riparo per le pecore.Poi, con nostra enorme costernazione, ci intimò di uscire di nuovo, tutti, e di rientrare con atteggiamento più consono a un Tempio e con una migliore predisposizione alla meditazione e alla preghiera.E così facemmo, mantenendo il silenzio e l'attenzione, qualità questa che un praticante della Quarta Via dovrebbe ricordare sopra tutto.Ecco: l'attenzione era esattamente la qualità e il tipo di energia che si poteva respirare in quella cripta.Era ciò che rendeva quel luogo particolarmente "sacro".Mi sono convinta che, nonostante tutto, la chiesa ortodossa abbia conservato degli insegnamenti e delle memorie che a noi occidentali di rito cattolico sono decisamente sfuggite.E forse capisco perché Benedetto XIV desiderasse restaurare la celebrazione eucaristica in latino.A volte il confine fra esoterico ed essoterico sia fa davvero abissale, e in alcuni riti esiste una sapienza antica che abbiamo smarrito.


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