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Jonathan: ” Stagione positva, Mazzarri mi ha dato fiducia, Stramaccioni inesperto, sul cambio modulo?Dico..”

Creato il 16 maggio 2014 da Alex80

Tramite FcInterNews.it, Jonathan Cicero Moreira parla della sua stagione, dove il brasiliano si ritiene soddisfatto sia per lui personalmente che per l’annata interista, visto l’annata particolare che ha dovuto affrontare la societa. Ecco le sue parole:

Hernanes e Icardi hanno optato per una sufficienza, tu quale voto dai alla stagione dell’Inter?
“Secondo me ognuno può pensare ciò che vuole, l’Inter poteva fare meglio, deve lottare sempre per i primi posti. Nonostante questo anno di transizione societario abbiamo fatto comunque bene perché abbiamo raggiunto l’Europa League, il nostro obiettivo, per iniziare un’altra stagione più vincente. Non mi piace dare un voto perché non è compito mio, potevamo fare meglio ma tante altre persone pensavano che non saremmo neanche arrivati in Europa. Quindi siamo tranquilli, io sapevo dall’inizio che la rosa era forte, che l’allenatore ha sempre una mentalità di vincere, ha cambiato tante cose e ha fatto migliorare tanti ragazzi a cui mancava la fiducia, me come altri. Questo è importante per un club che vuole portare l’Inter a essere grande come è sempre stata”.

Quali sono stati i tuoi momenti migliore e peggiore di questa stagione?
“Per me è stato un anno particolare in senso buono, ho giocato tanto e mi sono infortunato poco. La squadra ha fatto meglio dell’anno scorso, dal nono al quinto posto. L’Inter ha vissuto una stagione di alti e bassi, quando doveva vincere non ci riusciva, quando non doveva farcela invece vinceva. Ci è mancata la continuità di gioco sia in casa sia fuori, ma il prossimo anno la squadra sarà più matura e saprà cosa vuole il mister. Dobbiamo anche avere più personalità quando giochiamo davanti al nostro pubblico”.

In cosa il mister ha contato nella tua crescita?
“Per me lui ha contato al 100%, nella fiducia perché mi ha fatto giocare di più e ho potuto dimostrare il mio valore. Ho imparato a difendere bene, a fare la diagonale, ha avuto pazienza rispetto ad altri allenatori. Lui stesso è stato sorpreso, non si aspettava che imparassi così velocemente ciò che mi chiedeva. Tutta questa sicurezza deriva dal lavoro suo e del suo staff”.

Rispetto al periodo con Stramaccioni che differenze hai notato?
“Non mi piace parlare del passato, ho avuto tante opportunità anche con lui. A Stramaccioni auguro una grande carriera, è un brav’uomo e conosce il calcio. Sicuramente gli è mancata l’esperienza, ma arriverà nei prossimi anni”.

L’anno prossimo si potrebbe tornare a giocare a 4 dietro. Ti senti pronto a giocare nuovamente più basso?
“Difficile parlarne, quando Stramaccioni aveva deciso di tornare a 4 mi ero messo a sua disposizione, abbiamo anche giocato una grande partita contro il Tottenham. Mazzarri ha una mentalità d’attacco e difensiva. Io sono qui pronto a imparare se c’è bisogno. Devo ancora imparare tanto, se Mazzarri sceglierà la difesa a 4 nessun problema, io ci ho sempre giocato quando ero in Brasile. Certo, è un calcio diverso, ma se ci metto tutto il mio impegno nelle diagonali, per coprire il difensore, posso farlo. Se mi alleno tutti i giorni posso farlo”.

In questi giorni molti di voi giocatori si sono espressi a favore di Mazzarri. C’è nello spogliatoio compattezza nel voler proseguire con lui l’anno prossimo?
“Sì, certamente, la squadra è con lui. Proviamo sempre a capire la sua volontà e siamo al 100% con Mazzarri. L’ho detto anche altre volte, lui è un allenatore da Inter, perché si arrabbia quando non si vince e corregge tutti gli errori dopo la partita, sia che vinciamo sia se arriva la sconfitta. Lui mette sempre carica, vuole sempre di più. Sicuramente abbiamo bisogno di un allenatore come lui. E’ stata una stagione non facile, ma ci ha fatto arrivare in Europa League, che era l’obiettivo. Sicuramente con altri calciatori che arriveranno e quelli che rimarranno qui, potrà fare ancora meglio e applicare la sua filosofia di gioco”.

Se ti chiamassero Prandelli e Scolari chi sceglieresti e perché?
“Scolari, perché sono brasiliano. Ho vestito la maglia della nazionale brasiliana Under 17, poi fino a vent’anni, e la mia carriera è stata tutta in Brasile. Sono qui da tre anni e ho sentito una sua intervista in cui diceva che voleva in nazionale solo chi diceva di volerla al 100% e che io non lo avevo mai detto. Io invece ho solo detto che se mi chiamasse andrei volentieri, ma se dovessi fare una scelta tra nazionale italiana e brasiliana io sono brasiliano e vado da Scolari. Avere la possibilità di giocare con l’Italia per me è una buona cosa, se Prandelli mi chiamasse io andrei volentieri. La scelta non è mia, la convocazione la fanno i ct, una grande nazionale come l’Italia è un’opportunità importante, una tra le cinque-dieci più forti al mondo”.

Hai già parlato con Nilton per dirgli come si sta a Milano?
“Non ci ho parlato, lo conosco, abbiamo giocato insieme nella nazionale Under 20. Non so se venga o meno, è solo un problema della società. Io ho sentito che c’è questa possibilità e vediamo se alla fine arriverà”.

Che giocatore è a livello tecnico?
“Oggi non lo so, ma quando l’ho conosciuto in nazionale Under 20 lui aveva 18-19 anni, quindi era più piccolo. Sarà sicuramente migliorato, ma è alto, forte, con un buon passaggio, un buon lancio e un calcio molto potente da fuori area. Se venisse sarebbe un grande acquisto dell’Inter”.

E’ un momento particolare per l’Inter, con l’addio degli argentini. C’è un nuovo nucleo importante di brasiliani, con te, Juan ed Hernanes. Un segnale di rinnovamento e una responsabilità in più per te per l’Inter del domani?
“Non dobbiamo parlare di gruppo di brasiliani, ma di un gruppo solo, come è sempre stato qui. La responsabilità, quando arrivi all’Inter, c’è sempre. E’ un club che ha vinto tutto. Quelli che hanno vinto tutto pensavano già che vestire questa maglia fosse una responsabilità enorme. Noi pensiamo allo stesso modo adesso, sarebbe lo stesso anche se loro non avessero vinto nulla. La responsabilità c’è sempre. E’ un momento di tanti cambiamenti all’Inter, spero che gli argentini possano rimanere, ma già Zanetti ha annunciato il ritiro per un altro ruolo in società. Gli altri non hanno ancora firmato un nuovo contratto, ma c’è ancora tempo”.

Il primo anno all’Inter hai avuto difficoltà. Quanto è stata importante l’esperienza a Parma?
“I primi sei mesi sono stati difficili. Sono arrivato e avevo una concorrenza molto grande. Non sapevo com’era il calcio italiano. Ho trovato un allenatore, andato via dopo solo due mesi, che mi piaceva e che mi voleva. Dopo è arrivato un allenatore (Ranieri,ndr) che non poteva insegnarmi quello che mi serviva per giocare nel calcio italiano. Mi diceva che doveva avere tempo per insegnarmi quello che voleva lui, non ha avuto la pazienza secondo me. Poi sono andato a Parma ed è stato fondamentale per la mia permanenza in Italia. Lì ho avuto opportunità di giocare e ho trovato un gruppo unito, che mi voleva bene. C’era un allenatore giusto per il Parma (Donadoni, ndr) e che potrebbe allenare anche in un grande club”.


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