Dopo aver sentito per caso ieri sera Jovanotti che usava la parola Poiesis, sbagliando l’accento, ho continuato a riflettere sul perché in trasmissioni come quella di Fabio Fazio si parli tanto, anche di argomenti importanti, e le parole siano usate raramente informando in modo corretto il pubblico. Basta invitare un personaggio pubblico, tipo Jovanotti, offrirgli uno spazio privilegiato, neanche si trattasse di Gandhi o di Pasolini, e iniziare una conversazione a ruota libera dove si dice tutto e niente… Alla fine c’è da promuovere un cd o un libro, ossia un prodotto, l’ospite fa la sua marchetta e il conduttore, come nel caso di Fazio, spalleggia sempre l’operazione senza nessun intervento critico (il trionfo del Mollichismo e del Marzullismo). Ormai la tv è una televendita globale, si finge di affrontare tematiche assennatamente e il tutto viene lasciato frollare nella casseruola mediatica insieme ad altra merce. Jovanotti può parlare di Poiesis, nominare Sandro Penna o tentare di farsi notare per la sua cultura raccogliticcia e tutto va bene, l’importante è piazzarsi e piazzare. Alla tv non esiste più il dubbio, in senso filosofico, l’unico equivoco che può emergere è Mara Venier che, contravvenendo alle regole del programma, fa una gaffe e informa i naufraghi de L’Isola dei famosi della presenza dell’Isla Desnuda… State contenti, umana gente, al quia…
mvg