Prendi una storia vera che possa emozionare, scegli 3 attori ben rodati già precedentemente e amatissimi dal pubblico e dalla critica e presenta il film a pochi giorni dagli Oscar... David O' Russell ha in mano la ricetta perfetta per un film semplice, che piaccia al grande pubblico.
Eppure lui non mette in scena un semplice biopic, non segue la ricetta passo dopo passo come farebbero molti registi, no, lui s embra mischiare gli ingredienti, addirittura improvvisare.
Joy è un mix continuo di generi, di stili e di toni: a volte appare l'onirico, altre volte si strizza l'occhio alla soap opera, c'è il surreale, il divertente, il serio.
I personaggi sembrano estranianti, a tratti caricaturali, a tratti ben definiti.
Jennifer Lawrence è bravissima e si destreggia brillantemente nell'interpretazione di un personaggio che sembra semplice, ma si complica per lo stile e la visione confusa che il regista fa del film.
Il risultato è piacevole, un frullato di stili in cui non si distinguono i sapori, ma che si regge in piedi, senza però esaltare lo spettatore.
La storia stessa, pur raccontando il successo di una donna perseverante, ti lascia con l'amaro in bocca, con una tristezza di fondo.
Difficile interpretare Joy, difficile apprezzarlo, difficile non farlo.