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Mettiamo che io voglia cominciare questo post con una di quelle frasi ad effetto tipo "Il mondo si divide in due categorie: chi ha la pistola carica e chi scava, ..."; oppure: "nella vita di ogni lettore c'è un pre e un post Infinite Jest". Io volevo essere dannatamente post-moderno, soprattutto perché non sapevo cosa volesse dire, e da bambino volevo essere comunista, e un po' anche adesso. Ma non solo a carnevale, dico nella vita di tutti i giorni. Poi volevo molti giocattoli, ma pensavo che in famiglia fossimo poveri e così me ne stavo zitto. Ho giocato molto a pallone con gli amici, e poi a pallone con la playstation, sempre con gli amici.
JR di William Gaddis è uno dei libri in cui in assoluto non ho capito cosa stessi leggendo, in più lo leggevo al mattino presto in bagno. Di quel grosso volume mi è rimasto il sottofondo della confusione e della stufetta accesa. Poi alcune scene vagamente erotiche in cui ogni tanto distinguevo una spalla, un ginocchio, un polso.
Poi ci sono i film di David Lynch. Strade perdute, nella sua oniricità offre una concreta visione del mondo, una weltanshauung ( in realtà tutto il post è un espediente per poter usare "weltanshauung" in pubblico ), come dicono quelli che lo sanno dire. La scena del giro in macchina: il film è l'estensione di uno spot per la sicurezza stradale. Più altre cosucce, come l'elenco fornito dal regista stesso: "un horror noir del 21esimo secolo; un'indagine di estrema potenza visiva sulle crisi d'identità parallele; un mondo dove il tempo è pericolosamente fuori controllo; una corsa terrificante lungo le strade perdute". Perfetto. Questa lista è contenuta nelle "cose divertenti da non fare più" del Nostro ( ormai ho rotto le palle a tutti con DFW ), e fra una cosa e un'altra, si parla dell'influenza di Lynch sui registi di culto del momento, del momento in cui veniva girato Strade Perdute, cui DFW ha assistito per scriverne un pezzo. Fatto sta che ho dato un'occhiata ad alcuni film in questione quali Safe di Todd Haynes, Stranger than paradise di Jim Jarmusch,
Belli e dannati di Gus van Sant e
Qualcuno sta per morire di Carl Franklin. Poi ovviamente altri che o avevo visto o che vedrò. Soprattutto Quentin Tarantino. Poi il Nostro scrive una frase che vi può essere utile, parlando delle differenze fra Tarantino e Lynch, considerato molto meglio. Ovvero: "a Quentin Tarantino interessa guardare uno a cui stanno tagliando un orecchio; a David Lynch interessa l'orecchio". Che non è solo la messa per iscritto di due scene che più o meno ricordiamo, ma che insomma la violenza per Lynch sta sempre a significare qualcosa. Vabbè, i film in questione sono tutti vedibili, ma i più belli mi sono parsi Stranger than paradise e Safe.
Il primo, un esordio tral'altro, è perfetto nella sua durata originale, ovvero 30 minuti. Bianco e nero, due inquadrature due su una palazzina che fa angolo con la strada, carrello a seguire una ragazza con il suo mangianastri che sputa Sreamin' Jay Hawkins. Tre personaggi, una macchina, New York, Cleveland e Miami. Carte. Giocano spesso a carte, o per soldi o per passare il tempo. Dissolvenze in nero. Safe invece è più marcatamente Lynchiano, per l'uso della musica e di alcune sequenze. È molto interessante anche per la storia, anche se nel finale diventa molto lungo. Ambientato sul finire degli anni'80, racconta una donna benestante che segue la classica trafila diete a base di frutta, solo latte da bere, aerobica con musichetta fastidiosa e scema, iper-allegra, i cui effetti sono stati ben illustrati da Christian Bale in American Psycho, per finire ad ammalarsi di non-si-sa-bene-cosa. Ovvero crisi di panico, difficoltà respiratorie, forse auto-suggestionate da una crescente preoccupazione per l'inquinamento e per gli effetti delle sostanze chimiche nelle nostre vite, con annessa fuga in una comunità che cerca di vivere in un modo più sano, qualsiasi cosa voglia dire. Raccontato bene, lungo ma assennato.
A proposito di inquinamento e ambiente, Il mondo senza di noi, di Alan Weisman, a dir poco notevole. Fuori c'è la neve.
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