Per Granta, è uno dei 22 migliori scrittori della nuova generazione (a noi era piaciuto molto anche L’odore afrodisiaco del cloro). La giuria del Orange Award ha ritenuto opportuno inserirla tra le finaliste (premio tutto dedicato alle autrici di ogni angolo di mondo), per questo suo libro pubblicato tredici anni fa, con cui esordiva come romanziera. Un libro che ricorda lo stile di Angela Carter, per le sue concessioni al gusto del fantastico e della fiaba, mixato con la realtà quotidiana. Stile che si avvale anche di un tocco di ironia,va detto. Un libro poetico, una voce forte e originale che parla di madri e figlie, di tradizioni di famiglia e amore.
Judy Budnitz, L’altro colore dell’inverno, Alet
“Sono nata in tempi violenti”, racconta Ilana, e dev’essere proprio vero se la notte in cui nacque al posto della levatrice bussarono alla porta i briganti. Nel suo villaggio “così piccolo che non ha nome”, dove tutto è sepolto nella neve e i colori sono una specie di miracolo, Ilana cresce piccola e leggera come una bestia selvatica. Potrebbe scappare veloce nella neve quando un giovane brigante dagli occhi di ghiaccio le rivolge la parola nel folto della foresta bianca, e invece sarà proprio lui a cambiare per sempre il suo destino, donandole un gioiello talmente prezioso da sembrare fatato: un minuscolo uovo “coperto di pietre che brillavano come fuoco e ghiaccio”, al cui interno si scorge un paesaggio meraviglioso, fatto di castelli e giardini. La promessa rappresentata dal misterioso oggetto e la crudele fine del ragazzo la spingono a intraprendere un viaggio avventuroso fatto di incontri sorprendenti, in un sottile equilibrio tra realtà e fiaba che solo una scrittrice come la Budnitz sa condurre.