Di attacchi Facebook ne ha subiti a bizzeffe nei suoi 5 anni di vita, dalle mamme infuriate per la sanità mentale dei figli ai malintenzionati hacker interessati ai dati sensibili degli iscritti ma, se l’ennesima accusa arriva da Julian Assange allora non è da sottovalutare.
Mentre è ancora oberato dalle proprie pendenze legali il creatore del controverso sito internet Wikileaks ha tacciato Facebook di essere una gigantesca spia che osserva e registra le abitudini virtuali dei suoi milioni di iscritti.
Immediata la risposta di Mark Zuckerberg che, per difendere la sua creatura, ha attaccato duramente Assange invitandolo a dedicarsi a ben altre questioni che non il famoso social network.
La diatriba, per ora solo verbale, ha però riacceso i riflettori sulle tendenze spionistiche non solo di Facebook ma anche di altri siti e portali famosi come anche Google: un problema, questo, che ba ben oltre la semplice inchiesta pubblicitaria visto che, come alcuni autorevoli esperti di web hanno chiarito, Google può tracciare l’operato di ciascuno di noi con un margine di errore bassissimo.
E poi, si sa, Wikileaks non spara mai a salve..