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Kakà-Robinho-Messi? A San Siro in scena un kolossal

Creato il 22 ottobre 2013 da Mbrignolo
Robinho

I protagonisti di San Siro (dal profilo Facebook AC Milan)

TECNICA (Stadio Meazza, Milano). Milan-Barcellona è un trionfo di tecnica e gli attori sono da kolossal. Il film hollywoodiano ha attori protagonisti e paggetti, ma anche dei Mimì metallurgici che vanno in paradiso. I primi minuti di Kakà sono da pallone d’oro: la sua corsia di sinistra è una prateria sulla quale spira il vento dei palleggi e della velocità che lo vide, un tempo, salire in cima al mondo e restarci. Poco di fianco c’è Robinho che si adegua alla samba e fa un sombrero a Sanchez in recupero. Dove ti giri, però trovi talento e colpi, estro e fantasia. Come quelli di Messi che sembra fuori dalla zona calda, ma quando ci entra sceglie scempre il calcio più avveniristico, la soluzione meno probabile, l’equazione meno risolvibile, trasformandola spesso in oro. Da  Kakà e Robinho arriva la magia del primo gol, da Messi quella del secondo, mentre Neymar sale sulla ribalta verso la fine, ma il suo calcio è ugualmente celestiale e diversamente calcistico. Il bimbo del Santos, infatti, porta alla dote altri due palloni d’oro in campo (e fanno sette, con dieci coppe dei campioni vinte dalle due squadre), ma lo fa smazzando un calcio che parte da lui: progressione, slalom e conclusione. Con questi attori la trama del kolossal diventa avvincente a ogni scena, ma si impreziosisce anche di attimi nei quali la parte dei sette palloni d’oro non viene recitata solamente con scene madri e profonde battute, ma anche con comparsate in difesa, raddoppi di marcatura. Insomma, anche le star portano la croce, impreziosendo le squadre, aiutando anche i comprimari come Constant o Adriano, veri Mimì Metallurgici al cospetto dei grandi (non ce ne vogliano) a diventare divi.

L’apertura con cui Kakà libera Muntari a sinistra, il quale manda verso il gol Robinho è da Oscar, ma la mancata conclusione a rete  è da Alvaro Vitali. Poi il brasilero Kakà fa capire con altri due tocchi che le magie e il fascino da prim’attore sono quelli di un tempo e lo fa pensando una cosa che sbaglia di un niente. In questa notte ci sono anche i registi e uno di questi è Iniesta. Lui detta il tempo, dice “ciak, si gira” e, con l’altro Almodovar del pallone che si chiama Xavi, ispira la bellezza delle azioni. C’è, tuttavia, anche un regista italiano che, passaggio dopo passaggio, si guadagna la nomination all’Oscar della serata: è Riccardo Montolivo che non riesce, per tutta la partita, a sbagliare una palla. E Balotelli? Entra e per un bel po’ fa la comparsa, mentre Neymar esce all’80° dopo aver fatto la comparsa per tutta la seconda frazione). Finisce senza vincitore, forse l’unica cosa che non è da Oscar o da Hollywood è il risultato, ma il resto è da kolossal.

Contenuto ceduto in esclusiva dall'agenzia alaNEWS. Riproduzione vietata. Anno 2013.

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