Grazie alla rassegna che Il Cinema Ritrovato 2013 dedica a Ol’ga Preobraženskaja e Ivan Pravov ho avuto modo di vedere anche film come Kaštànkaprecedentemente passati in sordina o completamente dimenticati. La cosa interessante di questa pellicola è che si tratta di un film dedicato ai bambini, in un periodo in cui i grandi registi non si occupavano dei più piccoli. Il fatto poi che Ol’ga Preobraženskaja fosse una donna, inevitabilmente con un carattere molto forte e deciso, rende ancora più pionieristico il suo lavoro in un periodo in cui le donne alla regia erano decisamente un’eccezione, specialmente in Unione Sovietica. Un altro punto interessante è vedere come il montaggio e la fotografia siano in totale controtendenza con quanto siamo abituati a vedere per il cinema Sovietico, dove prevale la sperimentazione avanguardistica. La Preobraženskaja opera in maniera decisamente più convenzionale e proprio per questo arrivò ad ottenere un discreto successo anche in altre zone d’Europa, principalmente in Germania.
La storia riprende il racconto di Anton Čechov ma la scinde in due filoni narrativi. Troviamo un bambino, Fedjuška, che smarrisce il suo cane al mercato. Distrutto dalla scomparsa del suo fedele amico, Fedja si allontana di casa di notte e si mette a cercarlo. Cade nelle grinfie di una combriccola di furfanti che lo costringono a mendicare. Nel frattempo il suo cagnolino è stato adottato dal Clown Georges che lo prepara per i suoi spettacoli. Finalmente, passati diversi mesi, il bambino riesce a fuggire dai suoi aguzzini e tornare dal padre. Nella parte finale il protagonista, andato al circo, ritroverà finalmente il suo amato cane.







