Non era il libro che cercavo. Inizia con una lunga introduzione sulla bontà e sull’efficacia dei prodotti fermentati, su quanto facciano bene, e poi si dedica alla storia e alla geografia del kefir con tanto di formule chimiche. Ne risulta che il tempo tecnico/pagine rimaste alla parte pratica sono limitate.
In particolare, per quanto mi riguarda, mi servivano delle dritte per il kefir al latte di cocco, ma qui si fa solo un breve accenno ai kefir vegetali, per dedicarsi a quello più conosciuto (di latti vari e di acqua), che già di per sé, in confronto ad altri alimenti, è… poco conosciuto.
In compenso, alla fine ci sono, oltre ad alcune ricette veloci veloci, dei consigli per utilizzare il kefir come cosmetico. Per esempio, come struccante, mischiandolo all’olio di mandorle. O come maschera di bellezza, mischiandolo con una banana schiacciata.
O, ancora, come impacco per i capelli, insieme al lievito di birra e al miele.
Personalmente, lo consiglio, il mio kefir di cocco, come impacco preshampoo, perché oltre ai benefici dei fermenti (e alle vitamine e all’azione astringente per capelli grassi), il cocco contiene sostanze che ammorbidiscono e rinforzano i capelli.
Mi resta il problema della produzione industriale di kefir di cocco. Cinque fette di pane alla mattina con abbondante marmellata ne consumano troppo poco… (lo uso al posto del burro). Accettasi consigli.