Io sono riccia di natura, faccio outing. D’inverno sottopongo i miei capelli ad uno stress intenso di piege e stirature perché non sopporto la massa di ricci disordinati che mi vengono con umidità e brutto tempo, d’estate invece li lascio così come sono, liberi di asciugare all’aria aperta, liberi di essere mossi, ricci o boccolosi a seconda del clima. Quando sono stata invitata all’evento di Kérastase Paris per la presentazione della nuova linea di prodotti per capelli Couture Styling a Milano sembrava arrivata l’estate, ma, con troppo timore per ammetterlo, non ero ancora entrate nella fase “lascio i miei capelli ricci” e, dunque, questo styling tutorial lab organizzato apposta per noi blogger mi ha dato lo sprone finale.
La linea Couture Styling di Kérastase parte da una vera e propria vision di Luigi Murenu, il re dello style su misura, è divisa in due gruppi di prodotti ciascuno identificato da un diverso colore: Blu Prado che identifica i prodotti per costruire il look e Violet Vision che identifica invece i prodotti necessari a fissare e definire il vostro styling. La fragranza è inebriante e davvero sorprendente (me ne sono innamorata) ed è stata creata dal famoso naso Jean Jacques Takasago, note floreali e cipriate che accompagnano la vostra chioma per tutta la giornata: una volta provati i prodotti è impossibile farne a meno.
Sarà che arrivavo da un’intensa giornata di lavoro e avevo una faccia più sconvolta che mai, sarà che avevo bisogno di allontanarmi da problemi amministrativi, fatture e quant’altro per dedicarmi a qualcosa di molto più femminile e rilassante, ma, beh ecco, mi sono immersa completamente in un’altra dimensione e, dopo la presentazione istituzionale dei prodotti, mi sono lasciata coccolare da mani esperte che mi hanno consigliato i prodotti migliori della linea Couture Styling per la mia tipologia di capello e mi hanno donato un nuovo aspetto in poche e semplicissime mosse. Pronta per posare, per il prima e il dopo trattamento, con la K simbolo del brand, non assomiglio molto a Kate Moss, la testimonial, ma insomma, si fa quel che si può.
Ecco il prima:
Ed ecco il dopo (miracolo!):