Come potete facilmente immaginare a Londra i reali sono ovunque. In effige su orrendi gadget (per esempio William e Kate su un grembiule da cucina, giuro l’ho visto ma non fotografato!), in carne ed ossa (ma non ad agosto quando la saison è finita e loro prendono il fresco nelle Highland) ed in spirito nelle numerosissime dimore e luoghi storici di cui la città è ricca. Anzi si può dire che ogni angolo più o meno recondito e remoto di Londra sia legato ai royal di ieri e di oggi. Fantastico, davvero. Soprattutto per me che, come sapete, ho un certo interesse per la materia.
Nella mia breve ma intensa permanenza sulle rive del Tamigi ho respirato l’aria reale nell’ordine a Buckingham Palace, Clarence House (si, la dimora di Carlo e Camilla, ad agosto aprono il piano terra, ve ne parlerò è stata una esperienza surreale), Windsor, la Tower of London (da dimenticare a parte i gioielli, ma il biglietto è unico per tutto il baraccone e dovete sciropparvi per forza anche l’orda di turisti assetati di sangue che cercano il luogo esatto dove è stata decapitata Anna Bolena) e poi nella magica atmosfera dei meravigliosi Kew Gardens.
Piccola rivelazione di poco conto: la mia metà e me medesima siamo appassionati di piante, fiori, alberi, prati. Una passione che si estrinseca normalmente nella coltivazione compulsiva di fiori in vaso, compressi nello stretto spazio di due balconi (lui), nel furto di talee, getti, semi (io) messi a dimora ed amorevolmente curati dal consorte. Quando si viaggia ovviamente i giardini sono una delle mete predilette, per questo siamo stati ai Kew sperando che ilmeteo.it non ci tirasse una sòla. E non siamo stati delusi, anzi. Direi che i Kew sono uno dei luoghi naturali più belli che io abbia mai visto, persino più belli dei meravigliosi giardini di molti castelli della Loira. E’ inutile raccontarsela su, gli inglesi con fiori e piante ci sanno fare davvero e sono aiutati dal fatto che lassù piove o pioviggina un giorno si e uno no. Inoltre i Kew non sono assolutamente una meta turistica e quindi la pace è assicurata anche perché i visitatori, generalmente estasiati, restano silenziosi, mentre per i bambini (tendenzialmente vocianti, ma non quelli inglesi e comunque in Inghilterra i bambini non possono entrare ovunque e fare di tutto, per esempio nei pub non sono graditi e nei musei i custodi vigilano anche sul silenzio e la compostezza) è stata attrezzata un’immensa area apposita con tutti i giochi della terra. Insomma (a parte il fatto che sono stata inseguita da un pavone furibondo) abbiamo trascorso una giornata meraviglioso e ovviamente anche lì i ricordi della monarchia si sprecano poiché i Kew erano in origine il giardino di una residenza reale.
Il roseto, meraviglioso, anche se la massima fioritura è verso giugno. Colori stupendi e profumi incredibili, questa ad esempio sapeva di spezie
I Kew Gardens, ovvero i Royal Botanic Gardens, l’Orto Botanico di Londra, ospitano il più gran numero di specie vegetali al mondo e dal 2003 sono stati inseriti dall’Unesco nel Patrimonio dell’Umanità. Famosi in tutto il mondo i Kew Gardens sono in pratica l’estensione e l’ampliamento del giardino esotico della Kew House creata da Lord Capel di Tewkesbury, successivamente ingrandito per volere della principessa Augusta vedova di Federico di Hannove, principe di Galles (genitori di Giorgio III), per il quale sir William Chambers costruì parecchie nuove strutture, tra cui la pagoda cinese creata nel 1761. Giorgio III arricchì i giardini, aiutato dalla abilità di William Aiton e di sir Joseph Banks. La vecchia Kew House, demolita all’inizio del XIX secolo è stata sostituita dal Kew Palace (riaperto di recente dopo un importante e complesso intervento di restauro) che per una ventina d’anni sarà residenza di campagna di re Giorgio III e della regina Charlotte che amavano molto la campagna. Successivamente Kew Palace diventa una specie di rifugio, nella solitudine e nella tranquillità del grande parco i medici sperano infatti che il re pazzo, chiamato anche “Giorgio il fattore”, possa trovare dei momenti di sollievo.
Kew Palace
I 130 ettari di estensione dei Kew Gardens accolgono specie vegetali di ogni tipo ed anche sette enormi serre, ciascuna con un differente effetto climatico, e nel complesso ospitano oltre 40.000 diverse specie di piante, alcune delle quali addirittura estinte in natura.
La Palm House che ricrea la foresta tropicale con 2.248 mq; la Temperate House che ricrea le zone temperate di tutto il mondo e copre un’area di 4.880 mq ; la Princess of Wales Conservatory (inaugurata nel 1987 dalla principessa Diana in memoria di un’altra principessa del Galles, Augusta) con dieci differenti zone climatiche; la Waterlily, la serra più calda ed umida di tutto il complesso, edificata nel 1852, per ospitare la gigantesca Ninfea Victoria Amazzonica (la più grande specie esistente, con foglie che arrivano anche a 3 metri di diametro e gambi di 7-8 metri di lunghezza); la Evolution, la Alpine e la Bonsai House, che accoglie pochi esemplari, ma molto vecchi.
Insomma una vera e propria meraviglia. Purtroppo non siamo riusciti a visitare Kew Palace aperto solo alcuni giorni alla settimana, ma ci siamo promessi di ritornare a breve per goderci un’altra meravigliosa giornata fra piante e fiori. Ovviamente ai Kew che si trovano nel comune di Richmond (Surrey) si arriva comodamente con un treno frequente e velocissimo. C’è anche uno shop e solo il limite imposto dalla Ryanair mi ha trattenuta dall’acquistare vasi e piante.
Il cottage della regina Charlotte
Nel 2009 i Kew Gardens hanno celebrato 250 anni di vita ufficiale e ovviamente la regina era là ed ha piantato un albero, comme il faut in queste occasioni. Se lo facessimo anche noi in Italia la penisola sarebbe una foresta.
ps l’ultima foto è di archivio, le altre sono state fatte dal mio marito Stefano, ma quel giorno ci si era scaricata la batteria della Canon e così ha usato l’i-phone, in più nel pomeriggio il cielo si è un po’ velato. Come si dice “la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo?”.
ps no, la foto del mio scontro con il pavone non verrà messa on line