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Kiev revolution style

Creato il 22 gennaio 2014 da Patriziafinuccigallo
KIEV REVOLUTION STYLE
22 GENNAIO 2014  UKRAINIAN DESIGNER AT PITTI
Corruption stampato su una maglietta non dice un granché. Se non fossi stata là, a Kiev, in mezzo ai protestanti. E quando sono andata a Pitti nell'area dedicata all'Ucraina quella scritta sulla felpa di velluto disegnata da Ksenia Schnaider ha avuto il suo significato. Ad inizio anno ero a Kiev ospite di un imprenditore che vorrebbe realizzare una sfilata dentro il mercato coperto, una splendida struttura dove frutta verdura sono esposte quasi con criteri fashion, in base al colore e alla forma. Era tutto interessante, certo, ma io volevo essere là insieme al popolo che chiede democrazia. In Piazza Maidan, nella neve fitta e nel gelo profondo. Fra i volti della gente comune e le divise della polizia che caricava. Così molto del mio tempo l'ho impegnato a osservare la protesta e a fotografare le persone. Oggi gli scontri sono di nuovo violenti, tre morti e numerosi arresti. La polizia con gli scudi antisommossa ha scagliato sulle persone gas lacrimogeni e proiettili di gomma. Cos'ha a che fare con la moda, direte voi. La moda è rivoluzione. Quando si sta nel lato scomodo della vita. "E' un momento difficile per la nostra gente - mi dice la designer ucraina Julie Paskal, laureata in architettura, i suoi abiti li vende LuisaViaRoma - stanno tirando fuori quello che era dentro di loro, hanno scoperto che possono farcela, hanno trovato la loro identità". KIEV REVOLUTION STYLE
"Corruption" printed on a t-shirt doesn't mean too much. Or it wouldn't have meant a lot if I hadn't been there in Kiev during the protests. And when I went to Pitti in the area dedicated to Ukraine those words written by Ksenia Schnaider on a velvet sweatshirt meant something to me. Yes, I was in Kiev a few months ago. I was invited there by a businessman who wanted to throw a fashion show in the covered market, where fruits and vegetables are displayed and sold based on colors and shapes. Like a fashion show. Don't get me wrong, everything was really interesting, but something else caught my attention. It was the people protesting in Maiden Square, half-covered by the snow and surrounded by the winter chill and the policemen ready to charge. So I spent most of my time watching them and taking pictures.Today the uprising still goes on. Three persons died and a lot more were arrested. The police officers threw cobblestones and teargas and grenades at them. What has this in common with fashion, you might ask. Well, fashion is revolution. "It's a tough moment for our people - said Ukrainian designer Julie Paskal - because their are pulling out what they had inside. They discovered that they can actually do it, and finally they have found their own identity."
KIEV REVOLUTION STYLE
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