10out of10 based on 1 Loading ...
“Kill’em all” dei Metallica, nato sull’onda della nascente corrente hardcore del periodo (oltre che dei luoghi: Los Angeles, San Francisco, California), è uno degli atti di nascita del thrash metal come comunemente lo intendiamo oggi: rapido, spesso fulminante e fondamente privo di compromessi musicali. Evocando scenari apocalittici che trasudano in egual misura nichilismo e voglia di combattere contro un mondo ostile, i Quattro Cavalieri del metallo si dedicano il brano “The Four Horseman“, caratterizzato da un riff graffiante che è diventato, riascoltandolo oggi, fortemente paradigmatico. Senza trascurare il valore immenso di pezzi quali “Hit the lights” (con il quale i nostri usano aprire i propri concerti in tempi recenti, quasi a confermare un’identità thrash ancora forte, per quanto ormai occultata dall’attualità) è bene ricordare che la band fu fondata da Lars Ulrich e James Hetfield nel 1981. Il primo, aspirante tennista, incontra Brian Slagel della Metal Blade Record e viene invitato a partecipare alla compilation “Metal Massacre”, pur senza ancora avere una band: Hetfield, che ai tempi suonava dei Leather Charm, aveva da tempo composto “Hit the Lights“, ed i due registrarono il pezzo per la compilation in questione nel mese di febbraio dell’anno 1982. Di lì a poco questo brano avrebbe fatto parte di questo pazzesco disco di esordio, uno dei capisaldi del thrash metal che non disdegna diverse strizzate d’occhio al genere “gemello” punk hardcore; per la verità l’identità più generalmente rock uscirà fuori a chiare lettere solo diversi anni dopo (da Garage Days Re-revisited in poi, 1987), visto che negli anni precedenti il gruppo propose Metal nel modo più assoluto, senza contaminazioni e senza compromessi. Gli stessi compromessi, in fondo, a cui nessuno di noi viene caldamente invitato a non scendere in “Motorbreath” (“Don’t stop for nothing it’s full speed or nothing I am taking down you know whatever is in my way“), forse uno dei migliori brani del disco, caratterizzato da una ritmica ossessiva esaltata dagli assoli vertiginosi di Kirk Hammett. Per quanto “Kill’em all” sia costituito da escursioni nella velocità musicale che rinnegavano, in buona parte, e si contrapponevano al carattere glam e festoso di certi sottogeneri più “commerciali”, non mancano momenti di relativo rallentamento che compongono brani – spesso trascurati – quali “Jump in the fire” o la stessa (Anasthesia) Pulling Teeth: un brano strumentale suonato da Cliff Burton con un basso velenoso e massimamente compresso, un vero e proprio unicum nel genere che finisce per fare da intro alla devastazione di “Whiplash“. “No remorse” e “Seek and destroy“, probabilmente i pezzi più immediati del CD – e quelli a cui l’ascoltatore si affeziona più facilmente – sono soltanto una parte, quindi, di questo capolavoro del genere thrash metal, che si corona completamente e non lascia dubbi sulla qualità sulle note della conclusiva Metal Militia, un inno al genere tributato nel seguito fino al parossismo.
Tracklist
1.Hit The Lights 2.Four Horsemen 3.Motorbreath 4.Jump In The Fire 5.(Anasthesia) Pulling Teeth 6.Whiplash 7.Phantom Lord 8.No Remorse 9.Seek And Destroy 10.Metal Militia